Ieri... oggi, è già domani - 01 settembre 2024, 06:00

"a 'ngiulèta a braghena"" - l'Angioletta

Mi scrive una gentile signora, in merito al mio articolo sul "Pidrèn ul bagattu"

Mi scrive una gentile signora, in merito al mio articolo sul "Pidrèn ul bagattu" - la mia imperizia su FB mi vieta di ricondurmi al pezzo integrale della Lettera, ma rispondo volentieri, per quanto è nella mia memoria. Ricordo gli "appunti" che la signora mi muove, in modo garbato, addirittura scusandosi per le precisazioni. Invece, io le sono grato, gentile signora. Si capisce che lei conosce bene la "storia" che racconto. E le sue puntualizzazioni mi servono per integrare il racconto stesso.

Ciò che non conoscevo, riguarda la paternità delle tre "ragazze" (Liliana. Cesarina, Maria Giovanna" (purtroppo tutte e tre defunte) che erano SI le fanciulle di mamma "Braghèna" (l'Angioletta), ma non erano figlie del "Pidrèn"; bensì del fratello del Pidrèn - come si usava allora, quando moriva il fratello maggiore, era comune che il secondogenito (se libero), sposasse la cognata. Quindi, la precisazione è d'uopo per stabilire la giusta composizione della Famiglia Merlo - c'è poi l'accenno della signora, alla zia Luigia Ceriani, recentemente festeggiata per i suoi 100 anni di vita e alla "Cassina Maiottu" di cui lei faceva parte.

Così, integro il pezzo, citando i vicini della Famiglia Merlo, a cominciare dai "Giudàs" (Giudici) che confinavano proprio con l'abitazione del "Pidrèn" - c'era poi la Famiglia del "Bidettu" (Farioli) e quella del "Fagnanèn" (Fagnani) che aveva sposato la figlia del "Briù" - infine, su quel "budello di strada" si arriva alla Famiglia di Merlo Decimo che non era parente del "Pidrèn bagattu" per i motivi che vado a elencare - il Capo Famiglia (Merlo Decimo) decise un giorno di "far cambiare" il nome suo, quello della moglie e quello dei figli - creò degli acronomi a cui voleva far riconoscere la legittimità. Merlo Decimo era nativo di Nosate Milanese e voleva farsi chiamare NOSMEDE vale a mire NOSate, MErlo, DEcimo - la moglie, Pastori Giuseppina, di Vanzaghello, avrebbe avuto il nome VANPAGIU per VANzaghello, PAstori, GIUseppina mentre i figli sarebbero diventati BUSMEUG per BUSto Arsizio, MErlo, UGo - BUSto, MErlo, ELda, BUSMEGOF per Goffredo, BUSMEFUL per Fulvia e BUSMEFER per Fernanda. - ovviamente, all'Anagrafe di Busto Arsizio, bocciarono la "proposta" del signor Decimo.

Sul versante opposto della via, c'erano i CASCIACAN che la signora precisa. Era la Famiglia Ceriani al completo e, per "misurare il tempo" in base alla mia età attuale (78 anni) conosco bene la Maria Pia Ceriani oltre alla citata zia Luigia Ceriani e la non citata Pierangela Ceriani.

Tutto ciò per ribadire che a quei tempi, si usava appioppare ai nomi di Anagrafe dei soprannomi e la gente si individuava meglio senza fare confusione - Giusepèn entra in "ballo" e mi dice sui due piedi due soprannomi che mi spettano ….anzi tre. Quello della mia "casata", i Marcora, detta dei "farasciti" (coloro che lavorano il ferro) - "ul Campascieu" (letto alla francese, dedicato a mio padre che era a balia dalla "Campascieua" per il fatto che nonna Luisina aveva partorito due gemelli e non aveva latte per entrambi; uno dei gemelli era proprio mio padre) - buon ultimo soprannome (e non so da dove è saltato fuori) "a Bulina" la zia Angioletta, sorella di mio padre.

Già che ci sono, metto qui anche la "Napulèona" Angioletta Marcora Pecchini, cugina di mio padre, detta con quel soprannome, per via del suo carattere "volitivo" "cun tanta ardenza" mi dice Giusepèn che vuol dire semplicemente "con tanto ardore" quando c'era una discussione.

Mi auguro di avere chiarito la familiarità della "Braghena" e di avere completato il quadro dei soprannomi che individuavano i soggetti, in buona armonia - "sèm a setembar" (siamo a settembre) ammonisce Giusepèn),  "e chi rasòn chi, i sciui i u cugnussan non" (queste specifiche, non le usavano i ricchi) loro, col Dialetto Bustocco da strada avevano nulla o quasi, a che fare!

Gianluigi Marcora