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Busto Arsizio | 22 agosto 2024, 18:10

Busto, sopralluogo della Camera penale in carcere: «Equilibrio delicato, ma con segni di miglioramento»

Visita di quasi sei ore nella casa circondariale. Tra i suoi problemi, per buona parte noti e annosi, a partire dal sovraffollamento (con 160 detenuti in più rispetto alla capienza prevista), dal personale e dall’ambito sanitario. Ma anche tra i passi avanti fatti negli ultimi mesi per quanto riguarda la struttura e l’inserimento lavorativo

Foto d'archivio

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Un lungo, approfondito sopralluogo nella casa circondariale di Busto Arsizio. Tra i suoi problemi, per buona parte noti e annosi. Ma anche tra i passi avanti compiuti negli ultimi mesi.
Questa mattina, a partire dalle 9.30 e per quasi sei ore, una delegazione della Camera penale ha visitato la struttura di via per Cassano. Un appuntamento annuale che rientra in un’iniziativa nazionale dell’Unione Camere penali. E che non casualmente si tiene ad agosto, mese in cui le temperature raggiungono picchi elevati e caratterizzato da una riduzione delle visite ai detenuti, per via delle ferie di familiari e avvocati.
Un periodo già di per sé complicato, appesantito nelle scorse ore a Busto dalla mancanza di acqua a causa di un problema alle tubature ora risolto.

La delegazione della Camera penale era composta dal presidente Samuele Genoni, da Lorenzo Parachini (delegato carcere dell’associazione e componente dell’Osservatorio Carcere nazionale) e dai colleghi Elisa Rocchitelli, Elisa Colombo, Tiberio Massironi. Con loro il garante dei detenuti Pietro Roncari, l’assessore ai Servizi sociali Mario Cislaghi con la dirigente Daniela Marelli. Ad accompagnarli nella lunga visita che ha riguardato tutte le sezioni, le aree di lavoro e socialità, l’area medica e le celle, sono stati la direttrice Maria Pitaniello, la comandante della Polizia penitenziaria Rossella Panaro e la rappresentante dell’area Trattamentale Nadia Nicolosi.

Le criticità

Partendo dalle note dolenti, il primo problema rimane quello dell’elevato numero di detenuti. «Abbiamo trovato un carcere che soffre per il sovraffollamento, ma questo è un dato nazionale – osserva Genoni –. A Busto sono recluse 440 persone a fronte di una capienza regolamentare di 280».

Sul fronte del personale, per quanto riguarda la Polizia penitenziaria «questa estate è arrivato qualche agente, ma ci sono stati dei trasferimenti – spiega Parachini –.Il saldo è positivo di cinque o sei unità».
Per quanto riguarda gli educatori, «la pianta organica è completa, ma se questa è pensata in riferimento alla capienza regolamentare del carcere, ci sarà sempre una carenza».
Le criticità riguardano anche l’area sanitaria: «Un problema – precisa Parachini – che non dipende dall’amministrazione penitenziaria e dal ministero, ma dalla Regione. Mancano alcuni medici specialisti, perché i concorsi vanno deserti e quindi non c’è il dermatologo, non c’è il cardiologo, il fisiatra va una volta alla settimana. C’è il problema per il trattamento dei detenuti psichiatrici, che a volte non vengono riconosciuti come tali perché manca la diagnosi».

Il problema idrico

Il recente problema idrico, racconta Genoni, «ha coinvolto tutta la struttura penitenziaria, quindi anche uffici e alloggi del personale. Per quanto ci è stato riferito, il guasto è stato risolto in tempi brevi. Quando è ripresa la fornitura di acqua, i piani più bassi l’hanno avuta prima e in maniera più vigorosa, mentre gli altri hanno dovuto attendere, ma per quanto ci è stato detto, la direzione ha posto in essere una serie di attività volte a tamponare la situazione. Non c’è stata una rivolta, come è comparso in certe notizie di stampa, bensì un minimo di protesta ma che è durata, pare, ben poco, ed è poi rientrata». A segnalare il problema e la reazione dei detenuti era stato il sindaco Sappe.

Gli aspetti positivi

Non ci sono però solo aspetti negativi. «Rispetto alla visita dello scorso anno – dice infatti il presidente della Camera penale – sicuramente ci sono state delle migliorie strutturali: sono state ritinteggiate quasi tutte le celle, soprattutto quelle delle sezioni più ammalorate. C’è stato un aumento abbastanza importante del numero dei detenuti ammessi al lavoro, sia interno che esterno, con assunzioni dirette dell’amministrazione penitenziaria oppure del laboratorio di cioccolateria e pasticceria.
La falegnameria ha iniziato a lavorare a buon regime e in questo momento l’attività verte sul rifacimento degli arredi delle varie celle, a partire dagli sgabelli».

Insomma, «c’è nelle intenzioni ma anche nella pratica una migliorata attenzione rispetto all’aspetto fondamentale dell’occupazione lavorativa. Passando però dal dato nazionale del sovraffollamento che influenza in maniera altamente negativa le attività».

Volendo fare un bilancio, «la realtà è complessa e l’equilibrio è delicato – ammette Genoni – ma è una situazione che, rispetto alla visita dello scorso anno, mostra segni di miglioramento strutturale e di una maggiore attenzione a uno degli ambiti principali, quello di un avviamento all’inserimento lavorativo. Questo ovvia un po’ anche al problema della chiusura delle celle durante le giornate, un provvedimento generalizzato e nazionale».

Il dialogo con il Comune

Anche il Comune di Busto potrebbe giocare un ruolo importante. «La visita è stata sicuramente interessante – afferma l’assessore Cislaghi –. Gli avvocati mi hanno chiesto di fare da tramite con le colleghe Reguzzoni e Cerana per individuare pochi ma mirati progetti, utili sia all’interno che all’esterno. Ho dato la mia disponibilità a parlarne col sindaco, così da organizzare un incontro con gli altri assessori all’inizio di settembre. Massima apertura di fronte alla collaborazione richiesta, che peraltro non è mai venuta meno».

Riccardo Canetta

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