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Busto Arsizio | 03 luglio 2024, 11:26

VIDEO. Manuela Carnini: la “donna delle rose” che ha ben sintetizzato medicina e arte, l’irrazionale con il razionale.

“Freddezza e passione”: tra arte e medicina non c’è distonia. È quanto emerso ieri sera nell’intervista a Fridami, l’artista e chirurgo vascolare su Canale 94. Ha raccontato cosa significa essere medico, sportiva, donna, mamma e artista

VIDEO. Manuela Carnini: la “donna delle rose” che ha ben sintetizzato medicina e arte, l’irrazionale con il razionale.

Fridami, la “Donna delle rose” è sbarcata in Tv. Mancava solo quell’esperienza a Manuela Carnini, l’olimpica di sincro, nonché chirurgo vascolare e artista. È approdata ieri sera, 2 luglio, sul Canale 94 per oltre venti minuti di intervista, in cui ha rivelato che uscirà fra non molto un suo libro di poesie e un cortometraggio.

Ha parlato della sua vita, Fridami: ha parlato del concetto di arte, della sua storia come mamma, donna, medico, sportiva ad altissimi livelli, artista. Ha ben declinato con la sua sensibilità la magia dell’arte. Ha fatto ben capire come sia riuscita a sintetizzare il suo essere chirurgo dedito alla medicina, alla “fredda” e razionale scienza con il suo essere mamma, donna e soprattutto artista piena di passione, irrazionalità, quel po’ di follia che non guasta mai.

«L’artista è come se fosse la parte più profonda di me – ha raccontato – Nell’arte ho trovato la mia identità. Mi è piaciuto unire il lato medico, il bisturi, la razionalità con l’arte: tra i due non c’è distonia. Quando uno decide di fare il medico lo fa per amore, passione: sono stata in missione in Africa. Nell’ambito medico uno deve essere freddo e deciso per amore, con l’arte invece la mia anima esplode e si trasfigura nelle tele attraverso i colori».

Con un ricco carnet di successi, tra cui le Olimpiadi di Atlanta nel 96, titoli nazionali, bronzo agli europei, Manuela Carnini ha raccontato di aver abbandonato a 20 anni il sincro, per dedicarsi alla medicina, specializzandosi in chirurgia vascolare. «Durante il lockdown per quattro giorni restavo a casa e giocavo con i miei bambini – ha confessato – In quel periodo mi sono tuffata nel mondo dei colori e da lì non mi sono più fermata. La gioia dei miei figli mi ha fatto riscoprire la mia parte bambina: è venuta fuori la mia parte più vera e profonda. La mia carriera artistica è iniziata con una personale di un centinaio di opere a scopo benefico per bambini autistici e contro la violenza alle donne. Sono diventata la “Donna delle rose”, icona della Eva Ovd. Mi vedo sempre con in mano bisturi e pennello, per la cura del corpo e dell’anima».

Ma si è voluto far emergere anche il lato sociale di Fridami, l’artista che supporta la causa sociale dipingendo opere per gridare no alla guerra, alla violenza di genere e dell’ambiente. Ma è emersa anche una donna che ha dovuto sgomitare per realizzarsi anche come medico: «Una donna – ha sottolineato - per farsi rispettare deve lavorare molto di più di un uomo».

Poi, l’arte coniugata con il cinema: un cortometraggio con le sue tele. «Ho realizzato un cortometraggio con le mie opere dove ho cristallizzato rose vere e immortalate sulla tela. Dipingo sempre di notte e sempre di notte ho realizzato il quadro dedicato a Giulia Cecchettin: quella notte, quando è stato ritrovato il corpo di Giulia, ho voluto dipingere una rosa con cui placare questo dolore: Giulia è finalmente libera perché l’arte la rende immortale».

Non ultimo si è parlato del mondo dell’arte: «Gli artisti hanno un compito particolare: elargire messaggi in questo mondo dove ci sono tante cose brutte, tra cui l’indifferenza. Gli artisti devono scuotere le anime: hanno questo potere, di far riflettere, far pensare alla bellezza. Il contatto non è il mondo virtuale: le mie opere sono materiche, escono dalla tela. Nel futuro? Mi sono appassionata di scrittura. Uscirà un mio libro di poesie. Poi mi piace trasmettere tutto questo ai miei figli».

Ecco il link per rivedere l'intervista:

https://youtu.be/zd4LSrf69LU?si=RI_eETSvjTMaGkia

 

Laura Vignati

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