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Busto Arsizio | 24 giugno 2024, 15:01

FOTO. L'incoraggiamento dei sacerdoti alla messa per San Giovanni: «Busto, mai paura»

Celebrazione affidata a monsignor Franco Agnesi, sacerdote da 50 anni e vescovo da dieci. Abbraccio caloroso a don Peppino Aldeni e monsignor Claudio Livetti, ordinati nel 1954. Dopo le benemerenze civiche consegnate a villa Tosi, molte all’associazione “Mai paura”, il motto è risuonato più volte anche in Basilica. Tra ricordi e battute, lo sprone di Livetti per il bene comune: «Avanti, in alto i cuori»

Durante la celebrazione della messa per San Giovanni, patrono di Busto, è risuonato più volte l'incoraggiamento "Mai paura"

Durante la celebrazione della messa per San Giovanni, patrono di Busto, è risuonato più volte l'incoraggiamento "Mai paura"

La “Messa degli anniversari”, nel giorno di San Giovanni, patrono di Busto Arsizio, è stata anticipata dal saluto dei bambini e dei ragazzi impegnati nell’oratorio feriale (foto in fondo). Dopo la consegna delle benemerenze civiche a Villa Tosi (vedi QUI) sono stati loro, incoraggiati da don Matteo Resteghini, ad accogliere i sacerdoti e le autorità davanti al sagrato della Basilica, oltre che ad accendere la piazza, in quel momento un po’ ingrigita dalle nuvole, con balli e colori.

A inizio celebrazione, monsignor Severino Pagani si è allacciato alla cerimonia del mattino. “Eucaristia laica” ha definito il momento dei riconoscimenti a cittadini e cittadine che, distinguendosi nel lavoro e nel volontariato, hanno incarnato valori importanti per la città. «In questa giornata – ha sottolineato monsignore – torniamo a tutte le dimensioni della nostra vita, religiosa, civile ed economica, unite per un nuovo futuro. In una festa patronale che è piena di riconoscenza, invoco misericordia e speranza. E auguro a quanti hanno fatto e fanno del bene che possano continuare a farlo».

Celebrazione affidata a monsignor Franco Agnesi, a 10 anni dall’ordinazione episcopale e 50 da quella sacerdotale. Tra i presenti, Agnesi ha ricordato i vescovi Luca Raimondi e Giacomo Grampa, don Peppino Aldeni (70 anni di sacerdozio) e monsignor Claudio Livetti (anche lui prete nel 1954, per oltre un ventennio parroco a Busto). Poi: «Ringrazio don Claudio per l’accoglienza paterna che mi riservò quando arrivai qui. E lo ringrazio per le sue riflessioni di oggi, sagge, libere e sorridenti». Sulla città e sui suoi rappresentanti: «Saluto il sindaco attuale e quello (Gigi Farioli, Ndr) del tempo in cui sono stato prevosto, lo vedo qui. Nei miei anni in città, ricordo, ho preso giusto una multa, avevo parcheggiato nelle strisce ma in senso opposto a quello che dovevo. Mi sono fermato lì!». Risate. Sulla festa e sul Vangelo di Luca, sulla scelta del nome che Elisabetta, già anziana, volle per il suo neonato (non Zaccaria, come il padre, ma Giovanni, “dono del Signore”): «Scoppia la novità. Al punto che a Zaccaria, muto, viene restituita la parola per dire cose belle. Ricordiamoci che siamo amati gratuitamente. Ricordiamoci di quanto bene c’è nella nostra città e nella nostra Chiesa. Mai paura. Lo diceva spesso, monsignor Livetti. Mai paura nemmeno di fronte al male insopportabile, davanti al peccato e alla guerra».

A fine cerimonia, Livetti, sorriso sulle labbra, ha ricordato la lunga conoscenza con monsignor Agnesi e il ruolo attuale di quest’ultimo, vicario generale nell’Arcidiocesi di Milano: «Si dice, quando le cose vanno bene, che è tutto merito dell’arcivescovo. E, quando le cose vanno male, che è tutta colpa del vicario. Ma ricordati che ti vogliamo tutti bene». Riservato un pensiero ai sacerdoti, alle suore e ai laici con cui ha collaborato (vedi anche QUI) Livetti si è rivolto al compagno di ordinazione, don Peppino: «Siamo amici da 80 anni, ti auguro di raccogliere tanta gioia». Il diretto interessato: «Auguro ogni bene alla comunità. E che i sacerdoti sappiano trasmettere quanto sia bello fare il prete». A fine cerimonia, mentre i concelebranti si incolonnavano lungo la navata della basilica, i due decani hanno ricevuto l’abbraccio dei parrocchiani, affollatisi intorno a loro per una battuta, una risata, una pacca sulla spalla.

Momento preceduto da un’altra sottolineatura di Livetti: «Mi fa piacere sentire da monsignor Severino Pagani della collaborazione con le autorità per il bene comune. Io ho visto cinque sindaci e due commissari prefettizi. Probabilmente è più facile collaborare con il prevosto attuale di quanto non sia stato con me. Ma si è sempre cercato il bene della comunità». In crescendo: «Avanti con questo spirito, in alto i cuori. E mai paura». Applausi scroscianti.

Stefano Tosi

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