A distanza di poco più di un mese dall’incontro tra Comune e genitori, in commissione Educazione si è tornato a parlare dei rincari nelle mense scolastiche. Nella riunione ai Molini Marzoli, l’amministrazione aveva comunicato l’intenzione di introdurre nuove fasce Isee rispetto alle due attualmente esistenti per mitigare gli aumenti previsti a partire da settembre. Con l’impegno del sindaco Emanuele Antonelli e dell’assessore alle Politiche educative Daniela Cerana a tornare a confrontarsi con i genitori a luglio.
Discutendo la mozione presentata dal consigliere del gruppo misto Emanuele Fiore, a seguito delle proteste con tanto di sciopero della mensa da parte dei piccoli utenti, Cerana ha spiegato che è stato richiesto alla famiglie di inserire nella domanda di iscrizione la dichiarazione Isee precisa in corso di validità, così da avere un quadro preciso della situazione.
«Ora occorrono almeno un paio di settimane e poi potremo fare delle proposte», ha fatto sapere l’esponente di giunta.
I numeri
«Con gli aumenti delle rette e la revisione delle riduzioni – ha osservato Fiore – una famiglia con due figli spenderà il 45 per cento in più (circa 800 euro all’anno), mentre per una famiglia con quattro figli la spesa raddoppia e cresce di 1.800 euro». Il suo auspicio è quello di «rivedere le tariffe per non penalizzare i nuclei più numerosi».
Numeri alla mano, l’assessore Cerana ha evidenziato che «il capitolo mensa ha un valore non indifferente». Pertanto l’aumento da 5,80 a 6,30 a pasto è stato introdotto per tamponare la parte coperta dall’amministrazione. Si tratta «del prezzo più basso che è possibile offrire garantendo una certa qualità», ha detto l’assessore, evidenziando che in Comuni limitrofi le gare con prezzi più bassi erano andare deserte.
Attualmente, guardando alle primarie con tempo pieno o prolungato, l’amministrazione sostiene un costo di 6.072 euro al giorno; con l’aumento a carico delle famiglie, la cifra si riduce a 4.900. E si passerà da 726mila euro annui a circa 600mila (più Iva).
Oggi, come ormai noto, sono previste solo due fasce Isee (sotto e sopra i 5mila euro, 6mila dal prossimo anno scolastico). L’intenzione è ora quella di pensare a una tariffa «basata su una fascia intermedia, dai 6mila ai 20 o 30mila. È un’ipotesi che andremo a fare».
Per questo il Comune ha chiesto di inserire la dichiarazione di Isee nella domanda di iscrizione, con termine ultimo 25 maggio. «Ora ci vorrà circa un paio di settimane per elaborare i dati, fare i conteggi e fare delle proposte che vadano incontro alla esigenze delle famiglie».
Con un punto fermo rimarcato dall’esponente di giunta: «Non possiamo lucrare su un servizio a domanda individuare. Dobbiamo cercare di andare incontro alle famiglie bilanciando altre esigenze».
Le richieste dell’opposizione
«Nessuno mette in dubbio i maggiori costi né pensa che si stia lucrando – è intervenuto Fiore –. Il problema è che il maggior costo lo si vuole mettere a carico delle famiglie. L’amministrazione si sta attivando perché il disappunto è stato fortissimo. Tutti si aspettano e sperano di aver un minor costo possibile, però nel novembre del 2023 l’amministrazione aveva scelto questo tipo di aumenti che si stanno rivedendo perché c’è stato un bel movimento popolare». E ha aggiunto: «A Busto con le tasse ognuno dà il proprio contributo: la collettività si può far carico di parte di questi aumenti. Nel valutare le fasce, si cerchi gravare il meno possibile sulle famiglie numerose. Un reddito di sei o settemila euro non può essere uguale a 30mila».
«Capisco che ognuno debba fare la propria parte a 15 giorni dalle elezioni», ha replicato Cerana, facendo anche notare che «un anno prima un Comune molto vicino a noi dotato pure di centro cottura aveva fatto una gara a 6,32 euro e questa era andata deserta».
«Meritevole che il Comune cerchi di calmierare i prezzi, ma dobbiamo essere consapevoli che questi non sono abbordabili per una grande parte delle famiglie della nostra città», ha detto Cinzia Berutti del Partito Democratico. Citando gli aumenti della Tari che domani verranno votati in Consiglio, l’esponente dem ha aggiunto che «per andare incontro a famiglie già vessate, occorre calmierare questa spesa. Mi aspetto che l’amministrazione contribuisca in modo coerente alle intenzioni che più volte abbiamo sentito». Se ne riparlerà in assise ma, nel frattempo, questa sera in commissione la mozione è stata bocciata dalla maggioranza.