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Busto Arsizio | 22 marzo 2024, 14:59

FOTO e VIDEO - Marcia della legalità: eroi antimafia e vittime della criminalità in cammino, con le gambe dei ragazzi

Settecento studenti sono partiti dal parco dedicato a Emanuela Loi, caduta in via D’Amelio, e hanno attraversato il centro di Busto. Il sindaco, Emanuele Antonelli, li ha accolti in municipio. Incontro finale al teatro Manzoni con Salvatore Borsellino: «Dopo l’attentato in cui morì Paolo, nostra madre disse ai figli rimasti: andate dappertutto per fare vivere il suo sogno»

FOTO e VIDEO - Marcia della legalità: eroi antimafia e vittime della criminalità in cammino, con le gambe dei ragazzi

Ci ha messo poco, Salvatore Borsellino, fratello di Paolo, a conquistare gli studenti che affollavano il Teatro Manzoni per il momento che concludeva la Marcia della legalità 2024 (foto in fondo all'articolo). In video collegamento a causa di qualche acciacco, gli è bastato rivolgersi a loro. Ha avuto un pensiero per le autorità, le forze dell’ordine, i docenti delle scuole organizzatrici e partecipanti alla manifestazione (Istituti Comprensivi De Amicis e Maria Immacolata, Ipc Verri, Liceo Artistico Candiani, Istituti Fiorini-Pantani e Ic Galilei-Parini). «Ma permettetemi innanzitutto – ha subito aggiunto – di salutare i ragazzi». Applausi convinti dai diretti interessati, esordio di un incontro dai contenuti e dalle emozioni forti.

«Paolo – ha sottolineato l’attivista della legalità – ha pensato a voi, ai giovani, fino all’ultimo. Anche quando sapeva che a Palermo era arrivato il tritolo per ucciderlo. Era convinto che i giovani avessero la forza di combattere. Le mie gambe, le gambe con cui ho portato l’agenda rossa fino a Santiago e a Roma (metaforicamente, il diario di Paolo Borsellino non fu ritrovato, Ndr) oggi non mi permettono di fare più di cento metri. Avrei bisogno di sentire battere i vostri cuori. Se sono qui è anche perché, dopo l’attentato di via D’Amelio, mia madre disse a noi, ai figli che le restavano, che avremmo dovuto andare dappertutto per fare vivere il sogno di Paolo».

E il sogno di Paolo, degli uomini e delle donne impegnate contro la criminalità e l’ingiustizia, il sogno dei familiari che hanno pianto vittime innocenti, ha marciato per le vie di Busto, prima di raggiungere il Manzoni.

Centinaia di ragazzi sono partiti dal parco di via Ugo Foscolo, intitolato alla giovane martire Emanuela Loi, assassinata in via D’Amelio come quasi tutta la scorta del giudice Borsellino, e hanno gridato la parola “Legalità” per strade e piazze. Un corteo gioioso. «Questa marcia non si fa dal 2019. La gente deve vederci e sentirci» hanno scandito al megafono, in partenza, le insegnanti (la manifestazione è stata organizzata da Maria Luisa Merlo e Maria Rita Musolino). Detto, fatto, tra striscioni e bandiere.

Tappe in piazza San Giovanni e al Museo del Tessile, letture a tema e percorso scandito da tre parole antitetiche, per natura, alla mafia: amore, libertà, sognare.

Arrivati davanti al Municipio, il sindaco, Emanuele Antonelli, è andato incontro al corteo e si è unito a ragazzi e ragazze. Una volta nella corte di palazzo Gilardoni, il primo cittadino ha letto un messaggio della nipote di Emanuela Loi, incentrato sui concetti di impegno e dedizione, sul desiderio di legalità e giustizia contrapposto alla tentazione dell’odio. Poi: «Benvenuti a casa vostra. Oggi ricordiamo persone che hanno dato la vita. Si fa presto a dire “eroi”. A me piace parlare di persone che hanno fatto il loro dovere. Lo stesso che siete chiamati a fare voi: comportarsi bene, vivere nella legalità, aiutare quelli che queste cose non le hanno capite bene. Se riuscirete ad aiutarli, a farli comprendere, avrete compiuto un atto eroico».

Al Tessile gli studenti hanno incontrato Antonella Buonopane, referente di Libera Varese («Marciare, come state facendo, è muoversi, la memoria ha senso se si mette in movimento») e Silvana Marangoni, della San Vincenzo, realtà cui è stato assegnato un immobile sequestrato alla criminalità («Ne abbiamo fatto un’Officina del Sapere, nome che si collega al lavoro e alla conoscenza, offriamo formazione a persone in difficoltà»).

La giornalista Chiara Milani ha guidato l’ultima parte della mattinata. L’assessore alle Politiche Educative, Daniela Cerana si è rivolta ai ragazzi («Oggi siete stati esempio, continuate a esserlo»), il sostituto procuratore Flavia Salvatore ha richiamato alla concretezza, al rispetto quotidiano delle regole e dei deboli. Incentrato sull’azione capillare dei Carabinieri contro le mafie («…abbiamo 4.000 caserme sul territorio nazionale»)  l’intervento del Tenente colonnello Andrea Poletto mentre il dirigente del Commissariato, Franco Novati, si è soffermato sui componenti della scorta che caddero con Borsellino, attaccati alla vita, mossi dal senso del dovere, consapevoli dei rischi.

Poi, parola a Salvatore Borsellino, volto proiettato su un palco abbellito dai fiori realizzati dagli studenti, uno per ogni vittima di mafia. A fine incontro, ragazzi in movimento, un invisibile bagaglio di memoria sulle spalle.

Stefano Tosi

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