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Busto Arsizio | 18 marzo 2024, 13:57

VIDEO e FOTO - «Per me siete ancora eroi»: la Dg di Asst Valle Olona, Daniela Bianchi, si è rivolta agli operatori dell’ospedale nel giorno dedicato alle vittime del Covid

Momento intenso all’ospedale di Busto Arsizio. Rievocata la zona rossa di Codogno e i giorni drammatici vissuti nei reparti. Una volontaria della Protezione civile: «In passato mi chiedevo come fosse possibile che i reduci della seconda guerra mondiale, a tanti anni di distanza, ancora piangessero. Ora ho capito»

VIDEO e FOTO - «Per me siete ancora eroi»: la Dg di Asst Valle Olona, Daniela Bianchi, si è rivolta agli operatori dell’ospedale nel giorno dedicato alle vittime del Covid

Non solo ricordo. Anche dolore, commozione, rievocazione di esperienze personali, di giorni settimane mesi passati in prima linea. E rivendicazione delle fatiche affrontate. Speranza. Tutto questo è emerso nella celebrazione della Giornata nazionale in memoria delle vittime del Covid, all’ospedale di Busto Arsizio.

A partire dall’intervento della Dg, Daniela Bianchi, all’Asst di Lodi al momento dell’esplosione, del palesarsi di quel “caso Codogno” che avrebbe cambiato la storia recente d’Italia. Rievocata la figura della dottoressa Annalisa Malara: «Non si rassegnava al fatto che Mattia, giovane, che correva le maratone, con una moglie e un figlio in arrivo, non riuscisse a respirare. E forzando i protocolli lo sottopose al test del Covid. Da quel momento passammo, tutti, quattro mesi in ospedale. Ne avevamo due, di ospedali, in zona rossa, anche con un hospice, e gli operatori erano tutti del territorio. Tutti avevano un parente, un familiare, un amico colpito».

Nel suo discorso, l’impegno profuso dal personale in Asst Valle Olona e l’addio al dottor Roberto Stella: «Voglio ricordare le vittime, ringraziare gli operatori». Rivolta a loro, con riferimento alla retorica utilizzata per descriverne l’abnegazione, ormai un ricordo: «Per me, siete ancora eroi».

Richiamo al presente dell’assessore comunale Mario Cislaghi. Dopo essere tornato a sua volta ai giorni più intensi e tragici: «Scandalose le scritte apparse al cimitero di Busto (vedi QUI, ndr), una mancanza di rispetto».

Guida della preghiera affidata a don Fabrizio: «C'era voglia di fare qualcosa, di avvicinare i pazienti. E l’impossibilità di accedere ai reparti Covid. Quanti volti, storie, drammi in questa commemorazione. Ricordo un operatore davanti a otto posti letto, tutti occupati. Di questi, non se ne salva neanche uno, disse».

Si è tornati ai viaggi dei volontari Lilt per portare dispositivi sanitari nei paesi più piccoli della Provincia e alla gestione delle emergenze, anche telefonica, garantita dalla Protezione civile: «Partecipando alle commemorazioni per la seconda guerra mondiale mi chiedevo come fosse possibile che i reduci, a così tanti anni di distanza, ancora piangessero. Ora ho capito».

Commovente l’intervento della dottoressa Francesca Crespi, direttore medico di presidio: «Io stessa ho salutato mio papà, ricoverato in questo ospedale, da dietro un vetro. Ma abbiamo anche avuto una reazione in tempi rapidi, una reazione di cui, forse, nemmeno noi pensavamo di essere capaci. L’esperienza ci dice che possiamo fare tanto, è un bagaglio che ci portiamo dietro».

Finite le parole, le note del silenzio. Eseguito da Marco Dell’Acqua. Infermiere.

Stefano Tosi

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