L'Olona, dopo la "tempesta". Questi giorni di pioggia incessante ne hanno dilatato i confini, come mostrano gli ultimi prati invasi dall'acqua.
Adesso, lentamente la natura sta tornando al proprio corso. Il fiume si ritrae, si riducono le tracce della piena e si intravedono quelle lasciate invece dall'umanità, qualche rifiuto compreso.
Niente d'eccezionale, anzi una deliziosa ordinarietà, sì, uno spettacolo di dolce normalità: quella del fiume, delle sue creature che riprendono voce e coraggio. Dalla pista ciclopedonale di Olgiate Olona, finalmente un cielo sereno sopra Prospiano su cui si staglia la chiesa, e da Marnate quell'immagine della piena in ritirata. Un triangolo buono, di quelli che non finiscono sotto i riflettori, ma si "accontentano" della luce del sole ritrovato. Le biciclette tornano a sfrecciare e così i podisti riprendono la loro corsa, ciascuno al proprio ritmo. La primavera è ancora esitante nei colori, dopo tutta quest'acqua, ma c'è una pace che inizia a sussurrarle.
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