Approda in Consiglio regionale il caso di Ilaria Salis, l’insegnante di scuola elementare in carcere in Ungheria da oltre un anno con l’accusa di lesioni aggravate nei confronti di due manifestanti di estrema destra.
Alcuni consiglieri di opposizione (Pd, Alleanza Verdi-Sinistra e Azione-Italia Viva) hanno presentato un’interpellanza, illustrata nell’aula del Pirellone dalla dem Paola Bocci, per sapere che cosa abbia fatto e cosa intenda fare la giunta lombarda a proposito del caso dell’attivista originaria di Monza.
A rispondere è stato il saronnese Raffaele Cattaneo, sottosegretario con delega alle Relazioni internazionali ed europee. «La Regione – ha spiegato – ha avviato da subito contatti informali, nella convinzione che vicende così delicate vadano gestite, più che attraverso atti formali da sbandierare, con un lavoro sotterraneo che usi i canali adeguati, cioè quelli della diplomazia nazionale».
Lo stesso Cattaneo ha «personalmente contattato il consolato ungherese, che mi ha risposto di non saperne nulla, poiché questi temi non sono di loro competenza e a occuparsene è il loro governo nazionale».
Insomma, «abbiamo seguito con attenzione questa vicenda, ma ci siamo affidati al canale diplomatico ufficiale, come avvenuto efficacemente in passato in altri casi».
Il sottosegretario si è soffermato sui passaggi successivi al 25 gennaio, data di presentazione dell’interpellanza. «Il governo italiano era già attivo sulla vicenda», ha detto, dissociandosi dal «giudizio di inerzia» del Pd.
E dopo le «immagini indecorose» dell’udienza del 29 gennaio, con Salis in aula ammanettata mani e piedi, l’esecutivo «è intervenuto con ancora maggiore energia».
Cattaneo ha ricordato le varie interlocuzioni intercorse tra Italia e Ungheria, a partire dall’interessamento in prima persona della premier Giorgia Meloni, «che ne ha parlato col primo ministro Orban in due occasioni, avanzando la richiesta di un trattamento più rispettoso della dignità della signora Salis e di un giusto processo».
Le «efficaci azioni del governo», ha proseguito, hanno sortito «ricadute positive»: «L’ambasciatore italiano a Budapest ha potuto incontrare Ilaria Salis, che ha sottolineato il netto miglioramento delle condizioni di detenzione. E anche la prossima udienza è stata anticipata».
Alla luce di ciò, a differenza da quanto richiesto dalla minoranza, «non riteniamo necessario che i rappresentanti della Regione partecipino come osservatori alle udienze del procedimento, cosa che non è mai avvenuta, poiché questo compito è stato sempre affidato alle rappresentanze diplomatiche». Allo stesso modo, non si agirà presso l’esecutivo ungherese al fine di adottare l’opzione prevista dal Consiglio europeo sull’esecuzione in Italia degli arresti domiciliari anche in attesa di giudizio, in quanto «riteniamo che il governo si sta già adoperando in questa direzione».
«C’era il rischio altissimo che questa vicenda passasse sottotraccia», ha osservato Alfredo Negri del Pd, aggiungendo che «purtroppo sulla vicenda si sono sentite troppe cose scomposte». «Continueremo a vigilar e, se non ci saranno sviluppi, porteremo ancora il caso in aula», ha concluso.