Difensore, storico capitano, allenatore, presidente onorario, pilastro. Luigi Gualdoni è stato questo e molto altro per l’Antoniana. Oggi a tributargli l’ultimo saluto c’era la società giallorossa al completo, dal presidente Francesco Cosentino al direttore generale Giuseppe Abenante ai collaboratori. C’erano i calciatori, i più giovani e le vecchie glorie, in un simbolico passaggio di testimone che proseguirà ancora all’insegna di quei valori di cui Gualdoni è stato alfiere.
C’era l’amministrazione comunale, rappresentata dal sindaco Emanuele Antonelli, dall’assessore allo Sport Maurizio Artusa e dal consigliere Paolo Geminiani. E a gremire la chiesa dei Frati e a stringersi alla famiglia c’era la Busto dello sport, a partire da Patrizia Testa, presidente della Pro Patria, società “vicina di casa” in via Ca’ Bianca.
Tantissime le attestazioni di affetto che in questi giorni hanno raggiunto i familiari e l’Antoniana. Anche Giancarlo Abete, numero uno della Lega Nazionale Dilettanti e già presidente della Figc, ha fatto pervenire un messaggio di cordoglio.
I bambini dell’Antoniana schierati con la tuta della società hanno atteso il feretro, accompagnato in chiesa dai ragazzi della juniores. Sulla bara, le maglie con le firme della famiglia dell’Antoniana e le rose gialle e rosse, i colori che hanno accompagnato Gualdoni per tutta la vita.
«Luigi è cresciuto all’ombra del campanile di questa chiesa – ha ricordato nell’omelia fra Davide –. Ha conosciuto tanti frati, come padre Leopoldo, che ha fondato l’Antoniana. Luigi ne fatto parte in tutte le sue forme. Dedicando la propria vita agli altri, pensando di fare qualcosa non solo per sé. Con passione e fedeltà autentiche».
La figlia Cristina ha ringraziato per il grande affetto ricevuto. E ha parlato di «un uomo mite, un padre di poche parole ma che si faceva in quattro per aiutare chiunque, senza mai chiedere qualcosa in campo. “E di che cosa?” rispondeva quando veniva ringraziato. In questi giorni tante persone mi hanno detto che per loro è stato un papà. Mi mancherà il suo “ciao balein...”».
«Un grande uomo puro e buono, saggio, pacato, ironico, semplice e innamorato dei colori giallorossi. Un grande bustocco», le parole che la nipote Laura ha preso in prestito da alcuni messaggi letti in queste ore. «A 89 anni il suo principale pensiero era la nonna Elisa – ha aggiunto –. Il tuo nipotino “Matti” indosserà il tuo numero di maglia, il 6».
«Un faro per tutti noi». Così il presidente Cosentino aveva ricordato l’amico Luigi con la voce incrinata dall'emozione. Oggi ha lasciato che a parlare fosse il dg Abenante: «Da 54 anni una presenza fissa. Come giocatore, con più di più 600 apparizioni, marcando anche un certo Gigi Riva. Poi allenatore e dirigente, fino all’ultimo giorno. Col bastone, ma presente. Ha rappresentato appieno i valori dello sport: rispetto, disciplina, lavoro, fedeltà. Un signore d'altri tempi. La nostra società ha il compito arduo di ripristinare questi valori che si stanno perdendo. Ma da noi si ritrovano grazie a vere icone come Luigi».
Infinto il libro dei ricordi: Gualdoni che a 80 anni balla per la promozione della prima squadra; la sua emozione nel 70esimo della società, festeggiato con gli amici di una vita.
Abenante ha poi letto il messaggio del presidente della Lnd Abete, che ha sottolineato il ruolo importante di Gualdoni nella crescita della comunità sportiva di Busto: «Lascia un grande ricordo e un’importante eredità di valori. È un modello a cui ispirarsi».
Un modello con la maglia giallorossa come seconda pelle. Per sempre.