Busto Arsizio - 01 febbraio 2024, 16:00

Differenziata a Busto: domande a raffica dei cittadini, fra nuovi sacchi blu e vecchi dubbi

Incontro, con impostazione pratica e buoni consigli, a partire dal contenimento degli odori, organizzato alla Galleria Boragno da Legambiente. Dopo gli appuntamenti affollati dai residenti di Borsano e Sacconago, sala piena anche in centro. Alcuni cittadini: «Ascoltiamo meglio chi già usa i sacchi azzurri». Tentativi di rassicurazione: «Le novità stimolano a differenziare e non producono particolari criticità»

L'incontro alla Galleria Boragno

Galleria Boragno, mercoledì, 20.50 circa. Una cinquantina di persone partecipa all’incontro organizzato da Legambiente sulla raccolta differenziata e sul famoso, per qualcuno famigerato, sacco azzurro con Rfid (vedi  anche QUI). Paola Gandini, presidente del circolo Bustoverde, ha preso la parola da una manciata di secondi per spiegare che, nel corso della serata, si segnaleranno alcuni accorgimenti pratici per gestire meglio possibile le nuove modalità. E subito, in sala, ci sono tre o quattro mani alzate per intervenire, altrettante voci pongono direttamente domande al tavolo dei relatori, altre ancora cercano un confronto tra vicini di sedia. Piccoli, evidenti, ulteriori segni di quanto le novità in via di estensione sul territorio comunale, dopo l’applicazione a Sant’Edoardo, generino attenzione, dubbi, spesso impazienza. Sul sacco azzurro, ma anche sulla destinazione di rifiuti domestici che, a ben vedere, dovrebbe essere nota da tempo.

Come arginare gli odori

Premesso che l’incontro aveva lo scopo di suggerire buone pratiche e, se possibile, chiarimenti, non di sovrapporsi o contrapporsi agli appuntamenti con i tecnici di Agesp, si è data applicazione alla natura pratica del confronto suggerendo alcune mosse per contenere i cattivi odori che i nuovi sacchi, tra spessore inferiore e futura cadenza quindicinale della raccolta, potrebbero generare. Una buona idea, è stato spiegato, sarebbe ricorrere a sacchetti di plastica dalle dimensioni contenute e con maniglie, facili da chiudere quasi ermeticamente, accumulabili in bidoni dotati di coperchio. L’imbustamento degli involucri nei sacchi azzurri dovrebbe avvenire solo a ridosso del ritiro. Dove tenere i bidoni? All’aperto. Sul balcone di casa, per esempio. Oppure in garage. Consigliabile, per i condomìni, affrontare per tempo la questione, individuando degli spazi appositi e, in caso di scarsa sensibilità da parte degli abitanti o degli amministratori, chiedendo delle assemblee in cui affrontare la questione. A monte, «…se si fa bene la differenziata, i sacchi non si riempiono molto». Al punto che, stando all’esperienza di chi li usa da tempo (fra gli altri, proprio la presidente Gandini, residente nel “rione pilota” di Sant’Edoardo) «…non si segnalano problemi dovuti al passaggio agli 80 litri di volume dai 110 dei sacchi viola».

La proposta ai condomìni

Comprensibile che tante perplessità resistano e che sarà il tempo, anche al netto di fasi di passaggio annunciate da Agesp, a spazzarle via o confermarle. All’incontro se ne sono registrate, fra l'altro, sull’attribuzione corretta all’utente dei “sacchi intelligenti” erogati dai distributori. E nel confronto tra gli intervenuti e i referenti di Legambiente (oltre alla presidente, Daria Mazzucchelli, Stefano Tomasini e Stefano Sartorio) sono emerse proposte per facilitare il passaggio al sacco azzurro e condividere buone pratiche. Per esempio, interrogare sulla loro esperienza, con una certa sistematicità, inquilini e amministratori di condominio già coinvolti dalle novità. A dimostrazione di un clima che, nonostante una certa dose di confusione e diffidenza, può anche essere costruttivo.

Le scelte al supermercato

I rappresentanti del cigno verde hanno provato ad andare oltre, sottolineando come le scelte dei consumatori possano avere un impatto sulla differenziata e sui suoi costi, anche per i singoli cittadini. Come evitare il più possibile l’acquisto dell’usa e getta a favore di prodotti utilizzabili più volte, oppure ricorrere ad app gratuite (citata, a titolo di esempio, Junker) per avere un orientamento, magari non centrato sulla zona di Busto ma comunque con un buon grado di affidabilità, in caso di dubbi su come differenziare ciò che abbiamo usato.

I rifiuti "grattacapo"

E proprio sulla gestione di alcuni (tanti) rifiuti, tema che influenza il riempimento dei sacchi azzurri ma con cui ci si confronta anche là dove le nuove buste non ci sono e non ci saranno a brevissimo, la discussione si è riaccesa. Qualche incertezza è stata risolta, fra cori di voci unanimi, pareri discordanti e segnalazione di dettagli e distinguo. Tra i “capitoli” trattati durante la serata: i cartoni della pizza vanno nella carta, ma non se ci restano irrimediabilmente attaccati pezzi di cibo; i tovaglioli di carta si buttano nell’umido, non i fazzoletti usati; nell’indifferenziato si gettano gusci di cozze, vongole e affini; gli spray dovrebbero essere portati al centro multiraccolta; le lampadine (almeno quelle “a bulbo”) si possono mettere nell’indifferenziato, avvolgendole in modo che non taglino il sacco o feriscano chi lo maneggia; il vecchio aspirapolvere che non si intende più usare può (deve) essere ritirato da chi ci vende quello nuovo (previa segnalazione, in caso di acquisto on line e successiva consegna a domicilio). E via a ripassare la lezione in merito a prodotti e destinazioni su cui, ed è tema da tenere presente, una rinfrescata periodica sarebbe utile (si sono ricordate più volte le informazioni, con aggiornamenti anche recentissimi, presenti sul sito di Agesp, QUI)

Messaggio ripetuto più volte: l’introduzione del sacco azzurro stimola a differenziare meglio e, finora, dall’esperienza fatta non sono emerse criticità significative.

Stefano Tosi