- 31 gennaio 2024, 07:23

Omicidio di Andrea Bossi, cinque giorni (e l'autopsia) dopo: tante domande, pochissime risposte

L’autopsia ha confermato il sospetto: il giovane è morto a causa di un fendente alla gola. Ma ancora tanti interrogativi su cosa possa essere accaduto in quella casa. E soprattutto: chi è e dov’è l’assassino?

Sono passati ormai 5 giorni da quando il corpo di Andrea Bossi è stato trovato, dal padre, nel suo appartamento a Cairate, ma l'identità di chi gli abbia tolto la vita resta un punto di domanda.

Il cane che ha abbaiato la notte, chiuso sul balcone probabilmente dallo stesso giovane fagnanese, prima di far entrare nella sua casa la persona che poco dopo l'avrebbe ucciso. I vicini che hanno avvertito il tonfo, ma il collegamento con quanto è accaduto in quell’appartamento è stato messo a fuoco solo quando hanno visto i carabinieri della compagnia di Busto Arsizio giungere sul posto.

E poi, perché l’assassino ha rubato dell’oro? Ci potrebbero essere tanti motivi. Un becero tentativo di depistare le indagini, cercando di indurre a pensare a un furto in appartamento finito male, ma sulla porta non ci sono segni di effrazione. Una persona conosciuta da poco che ha visto tutto quell’oro in casa e ha deciso di rubarlo, ma non riuscendoci ha deciso di uccidere Andrea.

Sono tante le possibilità. L'assassino potrebbe essere già fuggito all’estero, dove avrebbe potuto già rivendere i gioielli. E poi, se fosse qualcuno che Andrea conosceva bene, potrebbe addirittura aver premeditato l’omicidio.

Con chi era quella notte Andrea? La risposta potrebbe essere nel suo cellulare, messaggi sui social e telefonate potrebbero essere la chiave per trovare risposta a questa domanda. Al 99% il volto che corrisponde al punto di domanda è quello di un uomo: considerando la ferita e la corporatura di Andrea, sarebbe stato difficile per una donna.

Intanto i familiari restano chiusi nel silenzio. Tutti coloro che gli volevano bene ricordano quanto Andrea amasse la vita che qualcuno gli ha portato via, senza alcuna ragione (LEGGI QUI E QUI). 

Michela Scandroglio