- 28 gennaio 2024, 20:54

Nessun segno di effrazione, i gioielli scomparsi e il mistero del cellulare: i tanti interrogativi irrisolti sull'omicidio di Andrea Bossi

Emergono nuovi dettagli sull'assassinio del giovane di 26 anni trovato morto in casa a Cairate. Non si trova l’arma del delitto. Martedì l’autopsia sul corpo del ragazzo: a ucciderlo un solo fendente al collo. Gli inquirenti vagliano ancora tutte le piste

Emergono nuovi dettagli nel caso dell’omicidio di Andrea Bossi, trovato dal padre senza vita nella sua abitazione nella mattinata di sabato a Cairate. Aveva solo 26 anni e si era da poco trasferito nella palazzina al civico numero 1 di via Mascheroni, dove viveva da solo.

Lui, originario della vicina Fagnano Olona
che lo ricorda come un bravo ragazzo, non era molto conosciuto dagli abitanti della zona che, solo dopo aver visto arrivare i soccorritori insieme ai Carabineri della Compagnia di Busto Arsizio in tarda mattinata, hanno collegato quanto sentito nelle ore precedenti: il cane abbaiare e, quelli al piano di sotto, un tonfo riconducibile alla caduta a terra di una persona.

Ma difficilmente, dati i nuovi dettagli emersi, i vicini avrebbero potuto sentire altro: nessun segno di effrazione e, da un primo esame esterno del cadavere, Andrea è stato colpito da un solo fendente alla gola, che è stato letale per lui. Il fatto che non ci siano segni di scasso potrebbe indurre a credere che Andrea conoscesse il suo assassino. 

Solo l’autopsia, che verrà effettuata martedì, potrà confermare questa prima analisi. Intanto la procura non esclude nessuna pista, anche se dall’abitazione sarebbero spariti dei gioielli d’oro.

Però, manca ancora un dettaglio fondamentale: l’arma del delitto, che l’assassino con ogni probabilità ha portato via e che al momento non si trova. Elementi utili potrebbero arrivare anche dall'analisi dei contenuti del cellulare o dei cellulari della vittima, anche se non è chiaro al momento se siano stati trovati nell'appartamento o meno.

Michela Scandroglio