«Se n'è andato come voleva lui, perché non lo convinceva nessuno: era 'hombre vertical' fino alla fine e ha deciso quello che voleva fare». Il discorso di Nicola Riva al funerale del padre Gigi ha fatto esplodere in ripetuti applausi commossi le migliaia di persone che hanno circondato la Basilica di Bonaria a Cagliari. Ha spiegato perché, nonostante i tentativi dei medici di convincerlo, abbia deciso di non sottoporsi a un intervento rischioso.
E sia uscito di scena a modo suo. L'affetto che i cagliaritani provavano per Riva è indescrvibile e le lunghe code in questi due giorni di camera ardente allo stadio ne sono stati una prova. Chi arrivava davanti al feretro si trovava i figli e Nicola, ha spiegato che, assieme al fratello Mauro , hanno cercato di stringere la mano a tutti.
«È stato emozionante perché c'erano bambini, persone anziane, persone della nostra età, persone che non l'avevano mai visto e conosciuto - ha detto al termine della messa funebre -. Quando ci stringevano la mano ci dicevano"È stato un grande uomo" e non "È stato un grande calciatore". Mio fratello e io abbiamo avuto la stessa sensazione, le persone piangevano col cuore e facevano le condoglianze a noi, ma a noi veniva da farle a loro perché non è andato via solo nostro papà, ma un familiare di tanti sardi».
Nicola Riva ha ricordato l'attaccamento alla maglia azzurra e quando il presidente del Coni Malagò nel 2017 aveva consegnato al padre il Collare d'oro in mezzo allo stadio in delirio. «Da allora non è più uscito di casa, forse coi canti “Gigi Riva uno di noi' aveva chiuso un ciclo e si è chiuso a casa - ha spiegato Nicola -. E noi egoisticamente ce lo siamo goduto. Spero che ora papà possa rivedere la sua mamma in cielo, perché era la persona che ha amato di più».
(Zas/Adnkronos)