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Territorio | 11 gennaio 2024, 10:46

Polemica frontalieri: «Solo falsità, il diritto internazionale è chiaro. Continueremo a tutelarli»

Il senatore leghista Stefano Candiani prosegue la sua personale battaglia sui frontalieri e sulla potenziale istituzione della cosiddetta “frazione di giorno”

Polemica frontalieri: «Solo falsità, il diritto internazionale è chiaro. Continueremo a tutelarli»

Dopo le accese polemiche degli scorsi giorni, continua a infiammarsi il dibattito sulla riforma fiscale che riguarda i frontalieri italiani che ogni giorno varcano il confine per andare a lavoro in Svizzera. In queste ore a tornare sull’argomento è stato il senatore Enrico Borghi, che si schiera contro la decisione presa dal Governo.

«Ennesimo pasticcio del Governo ai danni del frontalieriato, che assicura la tenuta delle economie di confine ormai da anni – si legge in una nota di Italia Viva -. Non pago delle misure vessatorie introdotte recentemente ai danni dei frontalieri (si pensi al limite del 25% al telelavoro, a fronte di una richiesta quantomeno doppia proveniente da sindacati e imprese elvetiche e a fronte di percentuali molto più alte in altri Stati che impiegano manodopera frontaliera italiana, e, soprattutto la cosiddetta “tassa sulla salute”, il contributo di oltre 2mila euro che i “vecchi frontalieri” saranno chiamati a pagare per sostenere la spesa sanitaria delle Regioni), il Governo ha da ultimo nascosto tra le pieghe di un collegato alla riforma fiscale, introdotto la previsione di una clamorosa abolizione, dal punto di vista fiscale, del concetto stesso di frontalierato con l’istituzione della cosiddetta “frazione di giorno”, un meccanismo che, in prospettiva, potrebbe essere dirompente».

«Siamo di fronte ad un’altra misura vessatoria e potenzialmente pericolosa per le economie di frontiera – dichiara Enrico Borghi -. Oltre che un’altra picconata alle intese appena raggiunte con la Svizzera. Se vogliamo evitare di distruggere un intero comparto bisogna rapidamente modificare il testo del decreto legislativo del governo, prevedendo espressamente che l’introduzione di un frazionamento giornaliero della riforma fiscale, che rischia di penalizzare fiscalmente i lavoratori frontalieri, non si applica nei confronti dei soggetti oggetto di accordo internazionale tra Italia e Svizzera”.

«Certo, se non avesse voluto penalizzare i frontalieri, il Governo lo avrebbe potuto e dovuto fare nel testo da lui licenziato. Ma tant’è – conclude Borghi – . Ora noi proponiamo che venga aggiunta una clausola che escluda i frontalieri italiani in Svizzera dall’applicazione di questo testo, in quanto giù normati da un accordo tra Stati. Faremo tutte le iniziative parlamentari utili in tal senso, e facendo pressioni dall’opposizione per far cambiare questo ulteriore norma penalizzante verso i nostri lavoratori».

A replicare al senatore renziano, ancora una volta, è il deputato leghista Stefano Candiani: «Per l’ennesima volta qualche esponente di sinistra parla per confondere e creare falsi allarmi tra i frontalieri. Non c’è argomento! Il regime fiscale dei frontalieri è normato dal nuovo accordo Italia-Svizzera che è stato ratificato dal Parlamento con Legge lo scorso anno. I decreti legislativi che il governo deve emanare in attuazione della delega fiscale non riguardano i frontalieri tra Italia e Svizzera, che hanno appunto già una specifica norma di riferimento. E tanto più un decreto legislativo non può modificare il contenuto dell’accordo internazionale ratificato. Quindi, ripeto, non ha alcun senso parlare di possibili cambiamenti delle norme sui frontalieri tra Italia e Svizzera».

«Sembra, invece, che si voglia far polemica tanto per farla, causando confusione in migliaia di lavoratori frontalieri che già devono affrontare tutte le novità previste dopo l’entrata in vigore del nuovo accordo fiscale tra Italia e Svizzera, avvenuto lo scorso primo gennaio. Tutto questo clamore sul nulla è davvero stucchevole», conclude Candiani.

da LuinoNotizie.it

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