«Una attesa inaccettabile, mia figlia dovrebbe essere già a casa insieme ai suoi due fratelli più grandi». Torna a parlare il padre della piccola che è stata portata dalla madre in Costa Rica ormai quasi due anni fa, per paura che le venisse tolto l'affido. Il papà, Stefano Z. (omettiamo il cognome per tutelare la minorenne), abita a Somma Lombardo e attende una sentenza che avrebbe già dovuto essere definitiva.
Dall’ultima udienza in Costa Rica per la sottrazione di minori (convenzione dell’Aja) sono passati ormai alcuni mesi e l’ultima comunicazione riferiva di attendere la pronuncia della Migrazione del Costa Rica a fine dicembre. «L’avvocato assegnatomi mi ribadisce che il Tribunale non ha ancora preso una decisione - spiega il papà - Il consolato italiano in Costa Rica si è reso disponibile per il rimpatrio una volta concluso il processo ma per il resto sono completamente da solo con gli avvocati».
Situazione inaccettabile. «Ora, vista la situazione, non è accettabile questa attesa - dice ancora il papà - i fratelli mi chiedono spesso come va e le comunicazioni con la sorella si fanno sempre più telegrafiche per via della distanza». E conclude: «Siamo tutti stanchi di questa situazione congelata. Non è giusto non poter avere giustizia dopo che in Italia è stato deciso che la bambina dovesse stare con i fratelli presso la mia abitazione. Tutti gli sforzi fatti, sia morali che economici, non stanno portando ai risultati sperati. Non voglio arrendermi ma ho bisogno di aiuto da parte delle istituzioni e dei media».