Dolores mi ha riservato nel tempo una stima e un affetto particolare, grandemente ricambiati, di cui le sono molto grata. Abbiamo condiviso tanto, soprattutto negli anni per me più belli e spensierati: gli entusiasmi, che per me, giovane, erano molto naturali, erano gli stessi per lei, professoressa ormai in pensione, anzi forse lei li ha sempre vissuti in modo amplificato. La passione messa nella Famiglia Bustocca è stata la stessa con cui ha affrontato ogni cosa nella vita e con la quale, soprattutto, parlava dei suoi allievi.
Non sono stata sua alunna sui banchi, ma alla scuola della vita. Mi ha insegnato moltissimo, con la Famiglia Bustocca e con lei ho avuto delle grandissime occasioni di crescita umana e culturale che restano per me solide basi sicure.
Chi la ricorda, per prima cosa cita la sua forza da combattente pacifica, a me piace soprattutto sottolineare che il suo carattere forte nascondeva, pur mostrandola a volte, grande dolcezza e fragilità. La capacità di lottare e difendersi è stata una delle sue cifre distintive, ma anche motivo di riflessione e sofferenza, in primis per lei stessa. Ci siamo confrontate, consultate, scontrate, anche allontanate, ma sempre ritrovate. Consce entrambe di pregi e difetti dell'altra, indubbiamente legate da grande affetto e stima. E così i suoi rapporti più significativi.
Di lei si è sempre citata la grande cultura, ma è giusto riconoscerle anche una grandissima intelligenza emotiva, oltre all'incrollabile fiducia in ciò che è giusto, corretto, leale, l'attenzione e la capacità di ascolto, non comuni.
Per dirla con espressione poco forbita è stata sempre 'avanti'. Avanti come donna, come insegnante, come 'soldato semplice della Bustocca', come amava definirsi ai tempi e come si presentava al telefono chiamando il mio nonno (Michele Crespi, ndr), in quegli anni Regiù.
Forte della consapevolezza che conoscere è salvifico sempre, ha vissuto nel credo della bellezza che salverà il mondo (frase che citava sempre), e così se ne è andata, in mezzo ai suoi libri, le sue riviste sottolineate, i suoi progetti, accudita con amore e con accesa la luce della sua stanza, quella che a qualsiasi ora sul viale Cadorna, dietro ai tigli, era una certezza. Soprattutto, apparentemente appagando quell'inquietudine di fare che sempre l'ha accompagnata, degno fuoco di una grande condottiera. Grazie Dolores, davvero.