Ieri pomeriggio a “La vita in diretta” sono stati ospiti Nicolò Maja, unico superstite della strage di Samarate, insieme ai nonni Ines e Giulio che hanno una grande preoccupazione: «Lui ha una vita davanti, noi non possiamo campare fino a 120 anni. È lui che ci dà la forza, altrimenti noi saremmo già da mia figlia e da mia nipote».
Ancora in attesa di un intervento, che aspetta dallo scorso Luglio, i due hanno voluto chiedere aiuto al programma condotto da Alberto Matano: «Andrei in capo al mondo pur di vedere mio nipote fare questo intervento che per lui è importante, perché senza non potrebbe fare niente. Stiamo ancora aspettando la data dall’Ospedale di Varese, qualcuno che ci dica qualcosa».
Da poco è passata la festa più importante dell’anno e a casa dei nonni è arrivato un messaggio dal carcere scritto da Alessandro Maja, condannato all’’ergastolo per l’omicidio di Stefania Pivetta e Giulia Maja, mamma e sorella di Nicolò: «Mi ha mandato una lettera in cui mi augurava buon Natale, non sapendo che ormai i natali non saranno più come una volta. Mi scrive come se la mia vita fosse uguale a prima ma non lo sarà più, perdono non ci potrà essere».
Nicolò che nonostante tutto cerca un futuro il più autonomo possibile: «Il mio sogno sarebbe quello di tornare pilotare gli aerei».
I nonni Ines e Giulio non nascondono la rabbia per la lettera ricevuta da Maja: «Ma cosa scrive? Lui deve solo spiegare a suo figlio, in particolare, e a noi il motivo per cui è arrivato a fare questo».
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