Natale si avvicina, e questo vuol dire che un altro anno sta per concludersi. Non so se abbia senso fare un bilancio di come è andato, ma non posso fare a meno di riflettere su quello che il 2023 ha portato con sé. Gioie (sì, qualcuna), dolori (un bel po’), imprevisti, successi, nuove esperienze, momenti di crisi e di felicità estrema, fatica, risultati sportivi e scolastici… Insomma, è stato un anno intenso.
Bello o brutto non lo so, ma è stato intenso. E forse è proprio questo che importa, perché i momenti si superano (sì, anche quelli che sembrano senza via d’uscita), ma le emozioni ci segnano per sempre. E alla fine di quest’anno credo di aver capito che vivere è diverso da sopravvivere, è diverso dal limitarsi ad esistere, e si distingue proprio perché vivere davvero significa immergersi a pieno nelle emozioni e affrontarle, positive o negative che siano.
E non lo dico perché ho 20 anni. Lo dico perché vedo troppe persone correre dietro ad una vita che sta sfuggendo loro di mano, e non per il trascorrere del tempo - quello passa per tutti, anche per noi giovani - bensì perché questa gente fugge dalle proprie emozioni, sempre troppo occupata dal lavoro e dalle mille cose da fare.
Lo so, lo so che la vita è frenetica. Lo è anche per me. Ma ho capito che ogni tanto bisogna fermarsi ad osservare le piccole cose, quelle che nessuno nota, quelle che passano inosservate: l’uccellino sul ramo di un albero, una carezza, la risata di un bambino… Ecco quello che fa della nostra vita una vita “bella” o “brutta”. Perché, se aspettiamo il momento perfetto, quello senza preoccupazioni, quello in cui abbiamo tutto del tempo del mondo a disposizione… beh, quello non arriva mai. E non possiamo lasciare che qualche goccia di dolore rovini quel mare meraviglioso che è la vita.
Allora non posso dire che quest’anno - seppur abbia portato con sé tante difficoltà - sia stato un anno brutto. È stato semplicemente così, tra gioie e dolori, con i suoi alti e i suoi bassi.
Al 2024 non chiedo di essere perfetto, ma chiedo di essere pieno di quelle piccole cose che rendono bella la vita. Gli chiedo di aiutarmi ad accorgermene e ad apprezzarle.
Da questo 2023 ho imparato che si devono cogliere tutte le occasioni, soprattutto se questo significa conoscere nuove persone, perché solo così si può arricchire il proprio bagaglio di esperienze, ascoltando il trascorso degli altri e raccontando il proprio, ma anche arricchire la propria vita di persone che fanno bene al cuore. Ho capito anche che, al contrario, bisogna allontanarsi da chi non ci fa stare bene, chi fa della cattiveria il proprio stile di vita. Ho compreso che è gente misera, spesso mossa dall’invidia.
Ecco perché ci si deve opporre a queste persone adottando comportamenti che fanno del bene agli altri e a se stessi: una bella parola, un abbraccio a chi è in difficoltà, un’attenzione particolare per l’ambiente - che in questi ultimi anni sta soffrendo molto - e per i bisognosi, coloro che vivono in condizioni pessime a causa, per esempio, della guerra o della povertà.
Grazie al mio lavoro di giornalista, ho avuto modo di conoscere tante persone che si adoperano per gli altri, e mi hanno sempre detto che questi gesti riempiono soprattutto il loro cuore, più che quello dei bisognosi.
Allora, rivolgo un pensiero particolare a chi soffre fisicamente e psicologicamente. Sono vicina a coloro che passeranno il Natale lontano dai propri cari e anche a chi, invece, sarà in buona compagnia, ma non si godrà la giornata per altri motivi, come l’ansia del paragone con gli altri, i commenti indiscreti, la paura che i pranzi e le cene determinino il loro valore.
So che per queste persone - in particolare per chi soffre di malattie psicologiche come i Disturbi del Comportamento Alimentare - il periodo natalizio non sarà semplice. A voi chiedo di lottare, di credere con tutte le forze che mangiare una fetta di panettone non farà di voi delle persone deboli, perché il cibo è solo un contorno. La vera essenza delle feste e delle uscite con gli amici è proprio la compagnia, lo stare con gli altri, il divertirsi insieme. Non rinunciate alle occasioni per paura del cibo o per il timore di essere giudicati.
E a chi conosce persone affette da questi disturbi faccio un appello: aiutatele a chiedere aiuto, aiutatele ad essere serene, perché non è semplice, ma con il giusto supporto si può e si deve, perché ne va della propria vita.
Quest’anno ho capito che non siamo eterni e che non ci sarà data una seconda occasione. Ed è proprio per questo che voglio godermi a pieno il tempo che mi è concesso. E, se posso darvi un consiglio, fatelo anche voi.
Smettete di preoccuparvi del giudizio altrui, di piacere a tutti, di una verifica o di un esame universitario andati male, di non aver completato la lista infinita di cose da fare durante la giornata, del kilogrammo che la bilancia segna in più o meno. Tutto questo non determina chi siete.
Iniziate a vivere davvero, a godervi ogni momento in solitudine o in compagnia delle persone care, a lottare per ciò in cui credete e a investire sulla vostra salute mentale e sulle vostre passioni, senza farvi scoraggiare e senza avere paura di fare fatica: ne vale la pena. Questa, credo, è l’essenza della vita, e per Natale chiedo solo di riuscire a viverla davvero, intensamente.