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Busto Arsizio | 20 novembre 2023, 20:23

Un bustocco in campo nella partita di calcio antico romano. Sfidando anche i luoghi comuni

A Castelletto Ticino si è disputata una gara amichevole di harpastum in cui Samuele Tallarida ha difeso i colori biancorossi del Rimini. La manifestazione aveva l’obiettivo di sensibilizzare contro il bullismo e il femminicidio e di sfatare gli stereotipi per cui i praticanti di questi sport sono persone violente

Samuele Tallarida in campo e insieme al papà Orazio e allo zio Francesco

Samuele Tallarida in campo e insieme al papà Orazio e allo zio Francesco

Una sfida amichevole di harpastum, il calcio antico romano, fra i Biancorossi di Rimini e i Neri di Brescia.
L’esibizione è andata in scena sabato scorso a Castelletto Ticino nell’ambito della manifestazione Milano in the Cage e, tra le fila della prima squadra, c’era anche il bustocco Samuele Tallarida.

Che cos’è

L’harpastum era un gioco a squadre con la palla, praticato nell’antica Roma in particolare da gladiatori e legionari per tenersi in esercizio in tempo di pace. Uno sport fatto di scontri e placcaggi violenti che prevedeva di far giungere oltre la linea avversaria una piccola palla di stracci e piume.

Secondo il regolamento moderno le squadre sono composte da quindici giocatori divisi fra prime linee, seconde linee e portatori. I primi, in particolare, si sfidano a suon di pugni, calci e placcaggi, mentre le seconde linee sono chiamate ad atterrare i rivali in attacco o a difendere per creare spazio per i portatori, che devono schiacciare a terra la palla al di là della linea degli avversari.
Il prossimo anno si terrà il primo torneo di livello nazionale tra Roma, Frosinone, Brescia e Rimini.

Un bustocco in campo

Sabato scorso il Samuele Tallarida ha difeso i colori biancorossi del Rimini nell’amichevole disputata a Castelletto Ticino con i Neri di Brescia, che hanno avuto la meglio.
Sugli spalti a tifare per lui – probabilmente l’unico bustocco ad aver provato a praticare l’harpastum – c’era anche papà Orazio, consigliere comunale.

Il giovane ha conosciuto questa pratica con origini antiche in palestra, durante gli allenamenti di Mma, arti marziali miste, uno sport da combattimento a contatto pieno. «Durante gli allenamenti – racconta – un ragazzo di Rimini ha coordinato uno stage di pugilato a mani nude. All’inizio non ho preso molto in considerazione la possibilità di cimentarmi in questa disciplina. Poi però ho fatto una prova e mi è piaciuto».

Certo, l’harpastum non fa per tutti: «È un po’ “cruento” e può capitare che ci si faccia male, non a caso non ci sono tanti giocatori. Allo stesso tempo, c’è sempre grande rispetto per l’avversario e attenzione se qualcuno si fa male. E dopo le gare non manca il terzo tempo». Ossia un momento conviviale tra le squadre rivali, tipico del rugby.

Superare gli stereotipi

Quello etico, evidenzia Tallarida, è un aspetto importante: «Il presidente della squadra Claudio Alberton, che è maestro di arti marziali, tiene sempre a sottolineare che questi sport, per quanto siano molto duri, sono caratterizzati da grande rispetto al di fuori del ring o del campo di gioco. Secondo alcuni stereotipi, chi li pratica è spesso rissoso, ma non è così».

La manifestazione di sabato scorso, che oltre alla partita di harpastum ha previsto incontri di lotta e un galà serale di Mma e Muay Thai, aveva l’obiettivo di sensibilizzare contro il bullismo e il femminicidio. Fatalmente proprio nel giorno del ritrovamento senza vita della povera Giulia Cecchettin, uccisa dall’ex.
L’evento ha ricevuto il patrocinio della Fondazione Penelope, onlus che si occupa proprio di contrastare questi fenomeni. L’intento era anche quello di sfatare i luoghi comuni secondo cui i praticanti di questi sport sono persone violente e insensibili alle tematiche sociali.

Riccardo Canetta

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