Politica - 07 novembre 2023, 16:21

Bagarre in Regione sulla sanità, la Lega attacca il Pd. Monti: «Un plauso al governo che ha trovato i fondi»

Bocciata la richiesta della minoranza di attivarsi con l’esecutivo per ottenere un finanziamento annuale per la sanità pari al 7,5% del Pil. I consiglieri leghisti hanno risposto con dei cartelli sui «36 miliardi di tagli dei governi di centrosinistra: con che coraggio parla il Pd?». Respinta anche la mozione sul Cup unico

In Consiglio regionale si torna a parlare di sanità e la discussione si accende. La mozione con cui la minoranza chiedeva al presidente Attilio Fontana e alla giunta di impegnarsi a sollecitare l’incremento del finanziamento nazionale ha dato il la a un confronto serrato. In particolare, il leghista Emanuele Monti ha rivolto un plauso al governo attaccando il centrosinistra: «I soldi sono stati trovati, in discontinuità col passato, basta con le paternali». Bagarre quando gli esponenti del Carroccio hanno esposto dei cartelli sui tagli alla sanità dei governi di centrosinistra. Bocciata anche la mozione sul Cup unico.

La mozione

Nel testo illustrato dal primo firmatario Pierfrancesco Majorino, capogruppo del Pd, si legge che «la nota di aggiornamento del Documento di Economia e Finanza 2023 conferma che la sanità rimane la "cenerentola" dell’agenda politica di questo governo poiché, secondo la Fondazione indipendente Gimbe, il rapporto spesa sanitaria/Pil, che nel 2022 è stato del 6,7 per cento, scende al 6,6 per cento nel 2023 e continuerà a calare negli anni successivi, sino a raggiungere il 6,1 nel 2026».

L’invito rivolto a governatore e giunta era quello di «attivarsi immediatamente presso il governo nazionale al fine di scongiurare i nuovi tagli previsti per il Ssn e per ottenere un adeguato finanziamento annuale per la sanità corrispondente al 7,5 per cento del Pil, per evitare il collasso finanziario della sanità italiana».

L’affondo di Monti

Nel corso del dibattito sono intervenuti anche alcuni consiglieri varesini. Giuseppe Licata di Italia Viva ha osservato come «l’omogeneità politica» tra il governo nazionale e quello regionale rappresenti «una importante risorsa»: «Non può esserci uno scaricabarile continuo sulle responsabilità», ha detto.
Luigi Zocchi (Fratelli d’Italia) ha respinto ogni attacco di tipo politico perché «negli ultimi trent’anni si sono succeduto governi di ogni colore e tutti hanno usato sanità come fondo da tagliare».

Decisamente di stampo politico – e molto deciso – l’intervento del leghista Monti, presidente della commissione Welfare: «La mozione parte da una premessa sbagliata», ha esordito, rivolgendosi in particolare all’ex eurodeputato Majorino. «Confrontare gli investimenti col Pil è un errore che non mi aspetto da chi si è seduto a rappresentare l’Italia anche sui seggi Europei. I soldi stanziati dalla finanziaria e dati alle Regioni non sono una stima, ma risorse certe che andremo a incamerare». Alla minoranza: «Voi cercate di mischiare le carte, ma non è la prima volta: dopo le paternali su come gestire la pandemia, anche la magistratura ha riconosciuto che le scelte della Regione sono state le migliori».

Quindi il «plauso» al governo: «Ha trovato 11 miliardi di euro in tre anni, tre già per il prossimo, in discontinuità con il passato. Nel triplo del tempo, tra il 2012 e il 2020, ne era stata trovata la metà. Con risorse in busta paga per il personale sanitario, che è tra i meno pagati in Europa».
Monti si è poi detto «orgoglioso» della Regione: «I soldi li spende bene. Il rapporto della Corte dei Conti dice che tra il 2019 e il 2022 c’è sempre stato un utile di esercizio tra quanto riceve e quanto spende nella sanità. Mi fa ridere sentire una certa sinistra che durante la pandemia ha parlato di modello Emilia, Toscana e Lazio, che hanno lasciato un conto da pagare ai cittadini di oltre 350 milioni di euro di debiti».

La soddisfazione di Bertolaso

Seppure con toni diversi, anche l’assessore al Welfare Guido Bertolaso ha parlato di «risultati assolutamente positivi» a proposito dell’impegno del governo.L’esponente di giunta ha fatto notare come gli investimenti nell’ambito della sanità dal 2012 a oggi siano inferiori rispetto a quelli previsti per il prossimo anno: «Non c’è partita, non c’è confronto. I dati parlano chiaro. L’anno prossimo ci sarà un incremento di quasi un miliardo da spendere per le attività del settore socio-sanitario».

Bagarre in aula 

A quel punto la discussione si è accesa. La causa, per Carlo Borghetti del Pd, sono state le parole di Monti: «Ha buttato benzina sul fuoco, eppure non era mozione polemica, ma un richiamo alla corresponsabilità nel chiedere più soldi per la sanità il Lombardia. In altri Consigli regionali d’Italia questa mozione è stata votata dai vostri colleghi di destra e centrodestra. Dovreste mettervi d’accordo». Borghetti ha poi puntualizzato: «Ci sono gli aumenti dovuti all’inflazione e il caro bollette anche per gli ospedali: se contestualizziamo, la sanità lombarda avrà meno soldi nel 24 per fare il suo mestiere».

«Dibattito politico e contrapposizione strumentale – ha affermato Giulio Gallera di Forza Italia –. Chi è all’opposizione rivendica ciò che non ha fatto in passato». E dopo l’intervento del capogruppo Alessandro Corbetta, i consiglieri della Lega hanno esposto dei cartelli per denunciare i «36 miliardi di tagli alla sanità dai governi di centrosinistra tra il 2012 e il 2018». «Con che coraggio il Pd parla di sanità?», il messaggio.
Dopo la bagarre, il voto. La maggioranza ha fatto valere i numeri, respingendo la mozione.

Il Cup unico

Bocciata anche la mozione illustrata da Lisa Noja (Italia Viva) che impegnava la giunta a riconoscere come prioritaria la realizzazione del centro unico di prenotazione regionale – atteso nel 2017 – nel più breve tempo possibile e comunque non oltre il 2024.

«Ho sentito dire che le nostre leggi regionali sono le più belle del mondo. Ho dei dubbi che sia vero, ma per di più voi non le applicate», ha detto Samuele Astuti del Pd in riferimento alla legge 33 del 2009 secondo cui le strutture pubbliche e private che erogano prestazioni per conto del Ssn devono utilizzare quale unico sistema di prenotazione il sistema di prenotazione regionale, pena la mancata remunerazione di ogni prestazione prenotata al di fuori di tale sistema.
«In quest’aula abbiamo parlato decine di volte di liste d’attesa e la situazione peggiora di anno in anno», ha aggiunto l’esponente dem varesino. Se le cose non cambieranno, «significa che di questo tema a voi non interessa nulla» (LEGGI QUI).

Riccardo Canetta