La tempesta Ciaran innalza il livello dei principali laghi lombardi a partire da quello di Como, che a Malgrate ha raggiunto i 162 centimetri, sui massimi storici del periodo, dopo essere esondato in più punti. È quanto emerge dal monitoraggio della Coldiretti Lombardia, che sottolinea come l’altezza idrometrica del lago di Como a Malgrate sia superiore di circa 100 centimetri rispetto a quella registrata esattamente un anno fa.
Innalzati anche i livelli del lago Maggiore, arrivato a un’altezza di 153 centimetri (18 centimetri in più rispetto a soli tre giorni fa) - continua la Coldiretti Lombardia - e del lago di Garda che ha superato i 126 centimetri (quasi 14 in più rispetto all’ultimo giorno di ottobre), mentre il lago d’Iseo è arrivato a un’altezza di oltre 68 centimetri dai 35,5 centimetri registrati il 31 ottobre.
L’ondata di maltempo che sta coinvolgendo l’Italia - prosegue la Coldiretti - ha provocato anche in Lombardia allagamenti, smottamenti, frane ed esondazioni. Siamo di fronte - sottolinea la Coldiretti - ad una evidente tendenza alla tropicalizzazione con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal caldo al maltempo.
Il cambiamento climatico - afferma la Coldiretti - si abbatte su un territorio italiano più fragile, che a causa della cementificazione e dell’abbandono ha perso quasi 1/3 (30%) dei terreni agricoli nell’ultimo mezzo secolo. In Lombardia, in particolare, la superficie agricola utilizzabile si è ridotta intorno al milione di ettari. Il risultato– sottolinea la Coldiretti Lombardia - è che nella nostra regione oltre 4 comuni su 5 (l’84,6% del totale) hanno parte del territorio in aree a rischio dissesto per frane e alluvioni secondo i dati Ispra.
A fronte di questa situazione climatica - continua la Coldiretti - è strategico intervenire immediatamente per far fronte ai danni, ma anche realizzare progetti di lungo respiro che vadano oltre l’emergenza come il piano elaborato dalla Coldiretti con Anbi che punta ad aumentare la raccolta di acqua piovana, oggi ferma all’11% a livello nazionale, attraverso la realizzazione di invasi che garantiscano acqua per gli usi civili, per la produzione agricola e per generare energia pulita idroelettrica, aiutando anche la regimazione delle piogge in eccesso nei momenti di maggiori precipitazioni come quello attuale.