Questa sera, mercoledì 18 ottobre, ci sarà la proiezione del film "389 volte Pippo" al teatro Lux di Sacconago - LEGGI QUI -, un tributo al grande tigrotto Taglioretti. Qui ricordato dal giornalista Giovanni Toia.
Di Pippo Taglioretti voglio raccontare due aneddoti che ne descrivono in maniera plastica la genuinità, la simpatia nonché la sua facilità di stabilire empatia con le persone che lo avvicinavano.
Quando organizzai la festa per gli ottant'anni della Pro Patria assieme ad Andrea Fazzari, andai da Peppino Mancini e gli esposi la mia idea: disporre dei filmati Rai relativi alla Pro Patria. Pareva un'impresa titanica, ma sapevo che il vulcanico Peppo avrebbe trovato la via per arrivare in Corso Sempione a Milano. E così fu.
Trascuro di raccontare l'emozione di quando potei disporre di quelle immagini nell'assaporare la storia della maglia tigrotta nonché quello Speroni gremito da migliaia di tifosi. Fra tutti i filmati di sintesi delle partite della Pro trasmesse alla Domenica Sportiva mi soffermai su uno in particolare: la gara fra l'Udinese ed i tigrotti giocata alla stadio Moretti di Udine nel 1962 e valida per il campionato di serie B. Fui incuriosito nello scoprire con piacere la vittoria della Pro per 1-0 e che il gol vincente lo segnò Pippo Taglioretti, di testa, dal limite dell'area. Ne venne fuori un pallonetto che beffò un giovanissimo portiere che vent'anni dopo divenne campione del mondo: Dino Zoff. Fu l'unico gol del Pippo in carriera: d'altronde lui era un terzino e all'epoca venivi redarguito dall'allenatore se ti azzardavi a superare la linea di metà campo.
Quando quelle immagini vennero proiettate la sera della festa al Teatro Sociale scatenarono una simpatica querelle fra Pippo Taglioretti e Giampiero Calloni. Non si dava pace il Gipo, lui attaccante di razza e autore di decine di reti con la maglia della Pro Patria che non ci fosse nemmeno un frammento filmato delle sue prodezze: solo foto. Gli disse al Pippo, tralasciando un facile epiteto:”Ma si può. Hai fatto un solo gol in carriera e vai in televisione. Ne ho fatti una caterva e a me neanche uno uno”. E il Pippo col suo classico sorrisetto:”Rassegnati Gipo io sono uno che conta”. Naturalmente il siparietto tutto in rigoroso dialetto. E giù una grande risata tra due amici, perché quella Pro Patria dei ferrotranvieri era un gruppo prima di una squadra.
Un giorno ero con Pippo allo stadio e si parlava ovviamente di pallone ed allora gli chiesi se anche ai suoi tempi esisteva la tattica. Si parlava e si parla tuttora, anche in maniera spropositata e noiosa di 3-5-2, di 4-4-2 e compagnia cantante e gli chiesi se anche ai suoi tempi esisteva la tattica. Mi guarda di sottecchi e mi dice:”Certo”. Rimango meravigliato. Ma col suo suo sorrisetto furbo aggiunge: ”Quando andavamo in campo l'Amadeo mi diceva – Pippo questa è la riga dell'area di rigore da qui non passa nessuno”.
Semplicemente Pippo Taglioretti.
Giovanni Toia