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Busto Arsizio | 27 settembre 2023, 15:31

VIDEO - Le medaglie? «Questa volta le porto al Presidente, Sergio Mattarella»

Riccardo Maino, atleta di Busto, ha conquistato due primi e tre secondi posti ai recenti mondiali Dsigo di Ginnastica, in Sud Africa, arricchendo la sua collezione di successi internazionali. Nel fine settimana parteciperà a un incontro con il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. In partenza per Roma, ricorda: «Lo sport è capace di tirare fuori quello che non immagini di avere. Certe cose, se le ho vissute io, le possono vivere anche gli altri»

Le cinque medaglie vinte a Johannesburg faranno compagnia a Riccardo nella trasferta di Roma

Le cinque medaglie vinte a Johannesburg faranno compagnia a Riccardo nella trasferta di Roma

Ha appena avuto il tempo di svuotare le valigie, Riccardo Maino, e deve subito rifarle. Di ritorno dal Sud Africa, dove ha conquistato cinque medaglie ai campionati mondiali di ginnastica Dsigo (due ori e tre argenti, VEDI QUI) l’atleta della Ginnastica Pro Patria Bustese ha ricevuto una notizia di quelle che tolgono il sonno: venerdì 29 settembre, con Fisdir – Federazione Italiana Sport Paralimpici, sarà a Roma, a Castel Porziano, per incontrare il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. «Sarà un’emozione grande, indescrivibile. Quando l'ho saputo mi tremavano le ginocchia. Avremo la tuta della nazionale addosso. Per me vuole dire tanto. Sul podio, in Sud Africa, sono andato di corsa, con il tricolore. Sono un atleta. E sono italiano».

27 settembre 2023, Riccardo è al rientro, chiacchiera in pausa caffè, con l’occhio che corre all’orologio, in quello che, palestra e casa a parte, è un po’ il suo covo: piazza XXV Aprile. Lì parcheggia quotidianamente la sua auto, lavora alla Farmacia Bossi (VEDI QUI), si concede colazioni e sfottò calcistici al Bar Giardino (foto sotto), soprattutto sull’asse Inter – Roma. Lo conoscono tutti e, all’indomani della trasferta dalle parti di Johannesburg, i complimenti fioccano.

Prima della partenza, a microfoni spenti, Riccardo aveva fatto il punto della situazione: «Su corpo libero e cavallo con maniglie, la mia bandiera, ci siamo. Sono a posto anche con anelli e parallele. Per quanto riguarda sbarra e pedana… ehm… Nel volteggio, in particolare, ho qualche limite di corsa, vedremo…». Previsioni lucidissime: i due primi posti sono arrivati nelle specialità di punta, i secondi ad anelli, parallele e all around, cioè l’agone che mette insieme tutte le sfide.

«Peccato per un erroraccio, proprio nell’all around e proprio al corpo libero: sono caduto in ribaltata 2 e ho sporcato il finale. Ma ho rimesso a posto la testa e il giorno dopo sono arrivato in piedi. Primo». Sensazioni fresche, positive: «Con gli altri italiani c’è un bel rapporto. Di amicizia, prima che di competizione. Anche se vogliamo tutti vincere. Io pure». La squadra italiana (c’era anche la ritmica, con il capo delegazione Gaspare Majelli e i tecnici Virna Duca, Tullio Bani, Angelica  Mariotti, Elisa Vagliviello) ha conquistato un ricco bottino. «Ma – ricorda Riccardo, un habitué delle gare nazionali e internazioni - siamo andati d’accordo anche con gli  avversari, che venivano da Messico, Argentina, Bulgaria, ovviamente Sud Africa… Ci siamo scambiati gadget. E qualche invito».

Legami che si allacciano, punta di un iceberg fatto di storie lunghe, impegno, professionalità, passione, volti. Quelli degli atleti e dei familiari, degli amici e dei tecnici (alla Pro Patria, Riccardo ha alle spalle un lungo percorso con Alessandro Crespi, Paolo Pozzi e Rossana Foresti). Il campione di casa lo sa, al punto da avere postato un’immagine che ha colpito molto. Quella delle sue mani, segnate dagli allenamenti e dallo sforzo della gara, dalla quotidianità prima che dalla vittoria. «In Sud Africa ho pensato, di nuovo, alle persone che mi sono state vicino sempre. A un certo punto, per esempio, un tecnico, uno dei nostri, prima che i conti fossero ufficiali, mi ha anticipato che al corpo libero sarei stato primo. Ecco, anche in quel momento mi sono ricordato di chi c’era a casa».

Consiglieresti ad altri, ai cosiddetti normali o alle persone con sindrome di Down, di fare sport? O è più che altro roba da superman, per gente forte che ama la competizione? «Posso parlare per la mia esperienza. Certo, consiglierei lo sport. Perché ti può insegnare tutto, ti può tirare fuori qualcosa di più rispetto a quello che pensi di avere. Certe cose, se le ho vissute io, le possono vivere anche gli altri».

Hai detto che, dal Presidente, indosserai la divisa della nazionale. Porterai anche le medaglie o le lascerai a casa, magari per precauzione? «Le porto eccome: ne sono orgoglioso».

Stefano Tosi

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