A SportivaMente, Gianluca Pagliuca insieme a Federico Calabrese, intervistati da Niccolò Crespi, hanno raccontato il loro libro “Volare Libero”.
Un calcio diverso quello che ha vissuto Pagliuca, quello dello scudetto della Sampdoria e della nascita dell’Inter di Moratti.
«Un traguardo storico, sapevamo che avevamo ottima squadra ma che ace n’erano altre più blasonate e forti: il Napoli di Maradona, il Milan degli olandesi e l’Inter dei tedeschi», ha raccontato Gianluca. E poi davanti al pubblico nerazzurro di Busto Arsizio, non si poteva non parlare di Inter: «Dovevo sostituire Walter, sera uno timolo molto importante. Devo dire che quello che decide sempre è il rettangolo verde».
Tanti ricordi dei compagni di squadra e avversari, tra cui Maradona, Ronaldo, Maldini. Ma anche della sua infanzia e dell’adolescenza e il vecchio desiderio di diventare attaccante.
Federico, invece, dal suo lato a soli 23 anni quel calcio non l’ha vissuto e l’ha raccontato tramite le parole del portiere: «Ogni tanto mi fermavo, rileggevo, e pensavo “wow”».
Ma per raggiungere certi livelli, non è semplice: «Il talento non basta, bisogna avere fame».
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