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Territorio | 02 luglio 2023, 12:57

Medaglia d’oro al merito civile a Laura Prati: «Sempre dalla parte dei più deboli, contro ogni ingiustizia»

Cardano al Campo non dimentica i tragici fatti di dieci anni fa. Autorità, dal governatore Fontana al presidente della Provincia Magrini, e tanti amministratori del territorio per la cerimonia durante la quale il prefetto Pasquariello ha consegnato il riconoscimento alla famiglia della sindaca. Il ricordo degli amici e parlamentari Marantelli e D’Adda, l’intervento della senatrice Valente: «Non smettere tenere viva la sua buona politica»

Medaglia d’oro al merito civile a Laura Prati: «Sempre dalla parte dei più deboli, contro ogni ingiustizia»

A dieci anni esatti dal drammatico attentato che le costò la vita, questa mattina è stata consegnata la medaglia d’oro al merito civile alla memoria di Laura Prati.
All’ingresso e sulla scalinata che conduce al palazzo municipale di Cardano al Campo che porta il nome dell’indimenticata sindaca, erano presenti cittadini, autorità militari, rappresentanti delle istituzioni – a partire dai presidenti di Regione Lombardia, Attilio Fontana, e Provincia di Varese, Marco Magrini – e soprattutto tanti colleghi: sindaci e amministratori del territorio con la fascia tricolore. Da Varese, Busto Arsizio, Gallarate, dai comuni della zona di Malpensa e di tutta la provincia. C’era anche Giovanni Corbo, sindaco di Besnate e segretario provinciale del Pd, il partito di Laura Prati. Presente l'eurodeputata Isabella Tovaglieri.

Il prefetto Salvatore Pasquariello ha consegnato alla famiglia la medaglia d’oro a nome del presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Un importante riconoscimento che ha reso ancora più significativa la commemorazione che si tiene ogni anno dei tragici fatti del 2 luglio 2013, quando l’ex comandante dei vigili aprì il fuoco in municipio contro la sindaca e il suo vice Costantino Iametti, che riuscì a salvarsi.



«Con generoso altruismo – la motivazione letta dal prefetto – ha svolto meritoria attività di assistenza a persone in difficoltà e ad associazioni impegnate in progetti sociali. Mentre esercitava le funzioni di sindaco, perdeva la vita a seguito di colpi d’arma da fuoco sparati da un dipendente comunale. Esempio di virtù civiche e di umana solidarietà».

Il suo desiderio di essere al servizio della comunità e di «mettere in pratica il bene comune, perché questo prevalesse sul male, pagando con la vita» è stato sottolineato anche dal vescovo vicario Giuseppe Vegezzi durante la messa nella chiesa parrocchiale di Sant’Anastasio Martire.
Poi l’esempio di Laura Prati è stato ricordato da Daniele Marantelli ed Erica D’Adda, già parlamentari ma soprattutto amici della sindaca, dal primo cittadino Maurizio Colombo e dalla senatrice Valeria Valente, già presidente della commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio.

Marantelli, allora deputato, ha rievocato l’omaggio commosso di tutto l’emiciclo parlamentare al momento dei drammatici fatti. Quando il «rodeo» lasciò spazio a un commosso omaggio.
E ha poi ripercorso l’impegno sindacale e politico di Laura Prati, evidenziandone «passione, concretezza, attenzione all’emancipazione femminile. La leale collaborazione fra istituzioni di colore diverso. Era sempre dalla parte dei più deboli, contro ogni forma di ingiustizia. Il suo impegno ad alto livello si era manifestato ben prima dei tragici fatti. Non era mai cinica e non eludeva i problemi: di lei i cittadini potevano fidarsi».
Marantelli ha anche ricordato quando Prati le confidò di essere incinta per la seconda volta: «“Speriamo sia una bambina”, risposi sorridendo, ricordando il suo impegno per le donne. E nacque la meravigliosa Alessia, sorella di Massimo».
Proprio ai figli ha detto di essere «sempre orgogliosi di vostra mamma. Il vuoto è incolmabile, ma il suo esempio ha indotto a dedicarle tantissime iniziative».

Anche Erica D’Adda intervenne in Senato in quei tragici frangenti per chiedere di fermarsi a riflettere su quanto accaduto, mentre il Paese viveva «un clima elettrico e incerto».
«Identificare la morte con il nulla è quello che vorrebbe l’assassino – ha evidenziato –. A noi rimane invece un testamento di responsabilità». Ha ricordato i lunghi anni formazione nel sindacato, la crescita politica, l’impegno per le donne, il lavoro e l’inclusione sociale di Prati, «donna antifascista fedele alla costituzione». Nonché «politica di rango, eticamente consapevole», esempio di «rettitudine, etica, responsabilità e giustizia».
«Laura è riuscita a mettere d'accordo tutti perché era aperta al dialogo – ha aggiunto il sindaco cardanese Colombo –. Faceva il proprio lavoro con senso del dovere e dedizione».

La senatrice Valente, grazie all’invito di Marantelli, ha potuto trascorrere alcune ore di «profonda commozione» e conoscere «una straordinaria famiglia». Gli incontri e le testimonianze le hanno restituito «un esempio di profondo rigore, serietà, determinazione, coraggio, competenza. Ed è molto difficile che una donna sia riconosciuta per la sua competenza. Evidentemente Laura lo era davvero tanto». E poi l’umanità. Doti «di cui la politica oggi avrebbe molto bisogno». Da ciò l’invito a «non smettere tenere viva la memoria di Laura e della sua buona politica».

Il prefetto ha quindi consegnato la medaglia d’oro alla famiglia di Laura Prati, affiancata da Iametti: alla mamma, ai figli, al marito Giuseppe Poliseno. Non prima di aver letto la nota con cui il suo predecessore Zanzi dava avvio alla pratica che ha portato al riconoscimento, in cui si sottolinea il grande impegno per le famiglie dei migranti e la promozione della parità di genere.

Pasquariello ha anche voluto rimarcare il prezzo pagato dai familiari di chi fa politica, e per questo ha espresso gratitudine per le famiglie di tutti gli amministratori presenti.

La cerimonia si è conclusa con un corteo fino al cimitero, accompagnato dalla Filarmonica di Cardano, per la deposizione di fiori sul monumento funebre di Laura Prati, medaglia d’oro al merito civile della Repubblica Italiana.

Riccardo Canetta

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