Il bustocco Alberto Zaroli, neo eletto vice presidente dell’Associazione Italiana Arbitri, è stato uno degli ospiti d’onore e relatori della serata "Arbitro ergo sum - La classe arbitrale alla sfida del calcio del terzo millennio", organizzata dal Panathlon club La Malpensa lunedì 17 aprile al ristorante Idea Verde di Olgiate.
«È un onore per noi ospitare in questa serata Alberto Zaroli - sottolinea il presidente Giovanni Castiglioni – una figura molto importante che proviene proprio dal nostro territorio. So quali sono i sacrifici e qual è il coraggio che chi decide di affrontare e svolgere il ruolo di arbitro e l’augurio a tutti è che questa sera, grazie alle testimonianze e all’aiuto dei nostri ospiti, si possa arrivare a comprendere meglio questo mondo, di cui fanno parte molti dei nostri associati».
Un mondo che, secondo Zaroli, ha necessità di essere sostenuto e supportato, soprattutto quando non si parla delle massime categorie; è proprio per tutelare i giovani che spesso operano nelle categorie minori, infatti, che secondo il neo vice presidente dell’Associazione Italiana Arbitri è necessario intervenire in maniera rapida ed efficace.
«È necessario pensare a tutti gli arbitri che lavorano nelle serie minori – spiega Zaroli – che non beneficiano della tecnologia e dei supporti che ci sono altrove, ma che sono solo delle persone che fanno del loro meglio e che, come succede ad ogni persona, nonostante questo possono a volte sbagliare. Tutti siamo umani, dunque fallibili, ma questi errori troppo spesso portano ad episodi di violenza che non possiamo accettare».
Episodi spesso scatenati da un clima sempre più diffuso, tristemente anche quando si parla di competizioni giovanili, che molto spesso vedono il pubblico composto dai genitori che anziché dare il buon esempio ai figli si comportano in maniera aggressiva e violenta, verbalmente e non solo.
«È un clima tossico – prosegue Zaroli – dove inizia la violenza finisce lo sport, ed è importante intervenire al più presto per fare in modo che questo cambi.
Credo che una prima svolta possa essere data dalla possibilità di giocare ed arbitrare contemporaneamente; se un ragazzo scende in campo come giocatore il sabato e come arbitro la domenica, infatti, può imparare molto».
Arbitrare, dunque, permette ad un giocatore di crescere sia a livello agonistico che personale, permettendo, soprattutto ai più giovani, di vivere appieno un percorso che permetter loro di diventare persone migliori.
«Arbitrare mentre si gioca – dichiara il vice presidente dell’Associazione Italiana Arbitri – non solo dà la possibilità di imparare appieno le regole dello sport che si pratica, ma permette anche di capire la difficoltà, la pressione e le responsabilità di chi si trova a dover prendere decisioni in un lasso di tempo brevissimo.
L’esperienza arbitrale, inoltre, è uno strumento di crescita, perché ti abitua ad avere la forza e la capacità di essere razionale e di prendere decisioni anche nelle condizioni più difficili, e questo è importante anche nella vita di ogni giorno».
Dopo l’intervento di Alberto Zaroli a prendere la parola e a contribuire ad approfondire ulteriormente il tema sono stati Emilio Ostinelli, presidente di Aia Lombardia e Sergio Pedrazzini, presidente di Lnd Lombardia.
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