«Il mio futuro? Non lo so. Sicuramente questa è la mia ultima partita in casa con la Pro Patria». Vargas pronuncia queste parole dopo l'analisi sulla salvezza matematica conquistata oggi con il Piacenza. LEGGI QUI
Il suo suona tutto come un congedo. C'è ancora una remota chance di playoff: la Pro è a 47, a 50 il Renate. Il Vicenza avendo vinto la Coppa accede direttamente ai nazionali. I tigrotti sabato vanno a sfidare il Sangiuliano nell'ultima gara.
Ma l'allenatore parla così e ringrazia di cuore tutto il mondo Pro Patria. La società, la presidente Patrizia Testa per l'affetto e il calore, la stampa, i tifosi, «tutta la gente che compone la famiglia Pro Patria, il direttore per avermi preso in un momento che nessuno credeva in me, a tutta la gente invisibile».
Prima, ha parlato ovviamente della partita: «Sapevamo che era molto difficile. I ragazzi oggi hanno dato tutto quello che potevano. Oggi nuove emergenze...». C'erano ragazzi con la febbre, Fietta che ha giocato nonostante i problemi muscolari: «I ragazzi hanno provato a vincerla con orgoglio e un po' di gamba. Meritavano qualcosina di più del Piacenza».
Certo pesano quelle 11 partite senza vittoria: «Abbiamo avuto molti imprevisti, ma non possiamo piangerci addosso. Sono amareggiato per le sconfitte con Albinoleffe e Triestina». E non esclude scelte differenti, potesse tornare indietro.
Il gol di Chakir, finalmente: «È stato un anno un po' sfortunato, sono felice di aver fatto un gol, e così importante. L'importante è che la palla sia andata dentro e siamo salvi. Siamo un gruppo bello, compatto, non si può dire niente». Ha provato «un mix di emozioni», anche per il modo in cui è avvenuto, roba da capirci poco: frasi che abbiamo già colto con altri risultati rocamboleschi in questa stagione, pensiamo a Nicco.
Ma vince la felicità, con una dedica: «Ai miei familiari, come al solito che seguendo la mia stagione mi sono stati sempre vicino e mi hanno detto di stare tranquillo, che le cose arrivano».
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