Ieri sera si è tenuta la presentazione dell’Alzheimer Cafè, un’iniziativa di Rsa Accorsi in collaborazione con l’Istituto Clinico San Carlo, al Tropeano Cafè di Busto Arsizio colmo di persone.
«Sono tantissimi i progetti che abbiamo valutato negli ultimi mesi, uno fra tutti quello di prendere in carico la persona affetta da demenza a 360 gradi. Pensando a voi, ai famigliari. - ha iniziato a spiegare dopo un breve video Sara Gioia, direttrice dell’Rsa Accorsi - È impensabile di poter arrivare a dare sostegno e cura alle persone con demenza senza occuparsi della famiglia». Questo perché, continua Sara Gioia: «Alla persona che viene diagnosticato la demenza, soprattutto in uno stadio molto avanzato, vive piccoli attimi di vita e donare serenità in quei momenti vuol dire saper di fare un bon lavoro. Ma il famigliare non vive piccoli attimi di vita, è costretto a vivere questa patologia per tanti anni. Sono tante le cose da tenere in considerazione per chi si occupa del paziente: «E tutto questo è possibile gestirlo in qualche modo, noi abbiamo deciso di gestirlo con l’Alzheimer Cafè».
La direttrice ha continuato illustrando cos’è: «Un luogo protetto sicuro, un servizio completamente gratuito, dove il famigliare viene con il proprio caro affetto da demenza e, pur tenendolo l’occhio, riesce a ricavarsi un momento per sé stesso. Perché il paziente seguirà un’attività da parte di un professionista esperto in terapie espressive, non farmacologiche, quindi arteterapia, musicoterapia, petterapia e psicoterapia. Il famigliare nello stesso momento, nella stessa stanza, potrà avere a disposizione dei professionisti per avere delle risposte».
Ma non solo questo il motivo della nascita: «È nato in un incontro fortunato di competenze, anche su Busto Arsizio. C’è qui l’avvocato Sara Tosi per l’Istituto Clinico San Carlo in partnership con cui condividiamo delle professionalità, perché anche l’Istituto Clinico San Carlo ha aperto un poliambulatorio geriatrico per la presa in cura in ambulatorio sul territorio di persone fragili anziane, anche con demenza».
Poi la parola alla dottoressa Stefania Maffei, medico geriatra, che ha spiegato cos’è la demenza e le varie forme: la demenza da Alzheimer, quella con i corpi di Lewy, la demenza di tipo vascolare, la demenza frontotemporale e le demenze miste. Per poi illustrare i sintomi: «Sono le “cinque A dell’Alzheimer”, il punto di partenza è l’amnesia, la perdita della memoria, che nelle fasi iniziali della malattia è a breve e brevissimo termine. Ma non è la perdita della memoria del paziente con demenza senile, dove la perdita neuronale è legata solamente all’invecchiamento, e neanche quella che di tutti noi abbiamo esperienza. A tutti noi è capitato di alzarci dal divano per andare a bere un bicchiere d’acqua, arrivo in cucina e non so perché, torno indietro ma appena arrivo al divano lo stimolo mi aggancia il ricordo, nella demenza questo non accade, quando arrivo al divano il ricordo non ritorna. Accanto al deficit della memoria abbiamo una serie di perdite più importanti: la capacità di funzionare, quella di tipo cognitivo e si associano poi spesso i disturbi del comportamento e delle emozioni. Risulta evidente che fin da subito, che la demenza è una malattia che non può interessare solo il paziente, ma tutta la sua famiglia, in particolare il caregiver».
E tornando a parlare dell’Alzheimer Cafè, Stefania Maffei, ha concluso: «La presa in carico non può essere soltanto del paziente, le cure farmacologiche possono alleviare die sintomi ma non possono risolvere il problema. Sono quindi le terapie non farmacologiche che possono veramente permettere una presa in carico».
La dottoressa Claudia Maffei, psicologa e psicoterapeuta, ha aggiunto: «L’Alzheimer Cafè vuole essere un luogo sicuro, in cui il famigliare e la persona affetta da demenza possono stare e un luogo caratterizzato dall’assenza di giudizio. Serve avere uno spazio, un tempo, per costruire delle soluzioni. Un tempo perché ci sarà un calendario fisso con anticipo, per cui la famiglia si può organizzare. È una boccata d’aria nell’idea di staccare dalla quotidianità che sappiamo poter essere impegnativa. Il messaggio che vogliamo dare è l’invito di farvi sostenere in questo momento, che possa essere un compagno di viaggio».
A conclusione dell’evento è intervenuta la dottoressa Sara Tosi, dell’Istituto Clinico San Carlo: «Noi siamo veramente un seme piccolissimo in quello che è un progetto molto grande, in cui crediamo fermamente. Diamo una parte di servizi in ambito ambulatoriale e domiciliare ma crediamo veramente in questa necessità di un supporto sia in relazione al paziente che al Caregiver. Crediamo che possa effettivamente essere una grande opportunità e speriamo poi di vedervi tutti nell’Alzheimer Cafè».
Poi i ringraziamenti di Sara Gioia ai presenti: «A chi ha creduto in questo progetto, che in realtà è il nostro capo, Kcs Caregiver Andrea Minetti, i professionisti: psicoterapeuta dottor Alberto Longhi, specializzato in metodo approccio capacitante, il dottor Ferrarese, medico e fisioterapista, Simone Petrucci musicoterapeuta, l’arte terapista Fernanda Lombardi, la petterapista Francesca Giannini e l’avvocato Luca Calloni». E l’invito a seguire la pagina Facebook e Instagram dell’Rsa Accorsi dove verranno pubblicati gli appuntamenti di mese in mese.
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