Dopo sei anni alla guida della segreteria provinciale dei Giovani Democratici, Matteo Capriolo si appresta a lasciare l’incarico.
Una lunga “reggenza” dell'organizzazione giovanile del Pd per il 25enne consigliere comunale varesino, che si concluderà con il congresso di domenica 8 gennaio in cui verrà eletto il suo successore. Due i candidati: Michelangelo Moffa, segretario uscente dei Gd di Varese, e Samuele Oppedisano, fino a poco fa alla guida dei Gd di Somma Lombardo.
«Nessuno scontro o spaccatura, ma solo la voglia di entrambi di mettersi a disposizione», precisa Matteo Capriolo.
Capriolo, ha assunto questo incarico da ragazzo di 19 anni e lo lascia da giovane uomo con un importante bagaglio di esperienze.
«Il bilancio personale è positivo, è stata un’esperienza bellissima, sei anni emozionanti in cui ho imparato tanto. Sono stato anche eletto in consiglio comunale e c’è stata la candidatura al Parlamento. Anche grazie a questo ruolo sono cresciuto tanto. I Giovani Democratici attualmente hanno quattro circoli che stanno lavorando moltissimo: siamo senza dubbio una delle organizzazioni politiche giovanili più presenti e attive sul territorio. Abbiamo fatto tante iniziative e, per merito di tutta la squadra, abbiamo un ruolo riconosciuto sia all’interno del Partito Democratico che esternamente».
Qual è stato il momento più positivo e quale invece il rammarico di questi sei anni?
«I momenti belli sono stati molteplici. Sicuramente la vittoria a Varese nel 2016 e poi, anche a livello personale, quella del 2021. A questi tengo particolarmente perché riguardano la mia città. Sicuramente si può sempre fare meglio, a partire dal tema della partecipazione dei più giovani. C’è molto potenziale ma è difficile raggiungerli, per via di una disaffezione generale verso la politica. Chi verrà dopo di me spero possa fare ancora meglio. Siamo comunque riusciti a creare i circoli di Somma e dei Laghi, che sono due risorse importanti».
Qual è lo stato di salute del Partito Democratico nazionale, a sua volta interessato dal congresso?
«Ovviamente le elezioni politiche hanno lasciato un po’ di rammarico e insoddisfazione e credo si siano persi un po’ di ottimismo e voglia di portare avanti le battaglie del Pd. Ma i Giovani Democratici sono sempre stati una forza propulsiva e propositiva. Crediamo in un Partito Democratico che è il vero partito di centrosinistra. Ci sarà una discussione congressuale nazionale che vedrà anche i Gd sostenere candidati diversi e sarà un valore portare avanti delle diversità all’insegna delle idee identitarie di un partito di centrosinistra che vuole essere popolare».
Lei sosterrà Bonaccini?
«Sì, altri invece hanno scelto di sostenere la Schlein. Anche negli altri congressi abbiamo sempre lasciato ai nostri iscritti la possibilità di scegliere i candidati in maniera autonoma, senza mai forzare la mano. Le nostre diversità sono un valore e ci permettono di avere una discussione franca che fa bene al partito».
Come vede la sfida sempre più vicina delle elezioni regionali?
«Credo che Majorino sia un ottimo candidato e credo che la coalizione sia la migliore possibile in questo momento. Si sarebbe potuto fare un salto di qualità ulteriore se anche le altre forze di centrosinistra che hanno deciso di sostenere Letizia Moratti avessero fatto uno sforzo in più per sedersi a un tavolo e svolgere un ruolo di coordinamento insieme. Così non è stato e lo accettiamo. Majorino è un ottimo candidato e, per noi, la visione del centrodestra è da combattere su ogni fronte: penso al tema della sanità pubblica, alla battaglia su Trenord e sul trasporto ferroviario, su cui peraltro ho presentato una mozione in Consiglio comunale, all’ambiente. Su questi temi noi siamo totalmente alternativi al centrodestra».
Forte di un’esperienza pluriennale, ha un consiglio per il suo successore?
«Al mio successore consiglio di ascoltare tanto e di vivere questa esperienza con grande voglia e passione, perché si impara tantissimo e si sta a contatto con tante persone e questo riempie la vita in generale. Consiglio quindi di vivere l’esperienza ascoltando, studiando e imparando: questo è il vero ruolo di un segretario provinciale di una giovanile politica».