Sempre avanti sui tempi, fedele nei tempi. La figura di Cesare Vago è impossibile da riassumere, ma forse questa immagine contribuisce a sintetizzare un poco ciò che è stato in ogni campo l'imprenditore tessile e presidente della Pro Patria Scherma, scomparso ieri a 96 anni. Martedì 3 gennaio alle 10.45 i funerali ai Santi Apostoli. LEGGI QUI
Il tessile nel sangue
Busto Arsizio l'aveva proclamato ufficialmente cittadino benemerito nel 2004. L'affetto e la gratitudine della gente lo dipingevano così da molto tempo.
Il tessile l'aveva nel sangue: già nell'Ottocento il bisnonno aveva aperto un'azienda di tintura per la tintura dei tessuti.
Nel 1952 Cesare fondò con Giuseppe quella che allora si chiamava Tintoria Filati Bustese: «Per non entrare in concorrenza con gli altri rami dell’azienda di famiglia - ricorda il sito dell'impresa, oggi Tintoria Vago - i due fratelli decidono di dedicarsi in via esclusiva alla tintura e alla nobilitazione dei filati».
Un imprenditore illuminato, che investiva nella sua attività e trasmetteva anche ai figli la passione per quella che era una vocazione. Ma si prendeva a cuore la città, a partire dallo sport. La scherma è ciò che fa pensare immediatamente, e giustamente, a Cesare Vago. Lui, il presidente storico di una delle associazioni più antiche d'Italia, che fu anche premiato dalla Federazione italiana con l'Elsa d'oro.
Lo sport nel cuore
Federazione che ieri gli ha dedicato questo messaggio: «Ricordiamo con cordoglio e commozione la figura di Cesare Luigi Vago, grande uomo di sport che questa notte – serenamente – è venuto a mancare all’affetto dei suoi cari e delle tante persone che l’hanno conosciuto e apprezzato nel mondo delle pedane. Classe 1926, per ben 54 anni è stato presidente della Pro Patria Busto Arsizio, un autentico faro del movimento schermistico per generazioni di appassionati. Proprio per l’anniversario straordinario del suo mezzo secolo di presidenza, nel 2018, gli venne attribuita la massima Onorificenza federale nel giorno in cui il Comune bustocco diventava City Partner della Fis. Nel ricordo di Cesare Vago, ai suoi cari e a tutti coloro i quali gli hanno voluto bene, l’abbraccio più sincero del presidente federale Paolo Azzi, del Consiglio e di tutta la grande famiglia della scherma italiana».
Se la Pro Patria Scherma è ciò che tutti sanno oggi, immersa nel futuro ma con una grande attenzione alla storia testimoniata dal tesoro che è il museo, lo deve a Cesare Vago. Che ha saputo anche scegliere le persone giuste, a partire dal maestro Giancarlo Toran.
Vago è da ricordare anche come fondatore di altre realtà, dall'Assb al Panathlon club La Malpensa. Lo sport, nei cui valori credeva fortissimamente, gli rende omaggio con emozione.
«Un grande uomo di vita nello sport, nel sociale e uno dei più grandi imprenditori» rimarca Roberto Paulon, già presidente Assb e panatleta. Come Massimo Tosi, che rivolge «un saluto commosso anche dal Busto 81 di cui fu uno dei promotori».
La sapienza del fare
Ma c'è un altro tratto che scandisce la vita di Cesare Vago, dal lavoro all'attenzione agli altri: l'umiltà. Poche parole, tante azioni silenziose. E quando compariva, un tratto che conquistava tutti: quel suo sorriso, che sembrava abbracciare colui che incontrava.
La sua tintoria, la sua scherma, la sua cortesia: così sussurra lo storico Luigi Giavini, nell'introdurre la poesia che gli dedicò nel suo libro "Un mar da culùi".
«Sempar presenti, cont'aa sapienza dul fá, surisu pa tüci, gara da scherma infinia, culpi da fiuretu, in dul scuri dul tempu, ogni stucáa, un tassell dastoria, pa 'a nosta citá».
Ovvero: sempre presente, con la sapienza del fare, sorriso per tutti, gara di scherma infinita, colpi di fioretto, nello scorrere del tempo, ogni stoccata, un tassello di storia, per la nostra città.
Ci sembra giusto rendere omaggio a questo grande uomo così, alla sua «sapienza del fare» appunto e immaginarlo ora a sorridere davanti a una gara di scherma infinita. Scherma che - lo ricordiamo - è la disciplina che portò a Busto Arsizio una medaglia di bronzo alle Olimpiadi di Sydney (con Daniele Crosta nella squadra di fioretto). Anche grazie a Cesare Vago.