Oltre settanta moto in una saletta ad hoc del museo del tessile per spegnere le oltre cento candeline di qualche modello e segnare un’altra tappa dei festeggiamenti dei cent’anni del Moto club bustese. Un sodalizio con 360 soci che è un fiore all’occhiello di Busto Arsizio, come ha ricordato il sindaco Emanuele Antonelli intervenuto in mattinata: «Quest’associazione è stata persino in Australia (per be cinque volte) e Nuova Zelanda. Ha un patrimonio storico eccezionale, moto fantastiche. Vanta una collezione di moto Agusta unica al mondo, la migliore. Sono fiero dell’associazione, tanto più che anch’io sono motociclista e sapere che Busto Arsizio ospita un sodalizio di questa portata, mi inorgoglisce. Vorrei che a Busto si riorganizzasse il circuito».
Già il circuito, l’ultimo quello ricreativo si era organizzato attorno alla colonia elioterapica, ma occorre ricordare che la città aveva ospitato il 31 maggio 1923 il primo circuito vinto da Tazio Nuvolare nella 500 e da Achille Varzi nella 350. Mentre l’ultimo circuito competitivo risale al 1958 e in quello del ‘47 il montepremi aveva raggiunto le 500mila lire. Una cifra ragguardevole per i tempi.
Dunque cent’anni. Lo ha ricordato il presidente Romano Colombo: «Questa è l’ultima giornata dove presentiamo alcune moto importanti e destineremo i fondi all’associazione che si occupa della fibrosi cistica».
Su questo aspetto di solidarietà si è concentrato anche l’intervento del parroco di San Michele don Giorgio Fantoni che ha benedetto la vetrinetta: «Ormai è diventata una tradizione. Questo è un momento non solo di ritrovo, di manifestazione ma anche di sensibilità, legato appunto alla solidarietà».
A mostrare le chicche dell’esposizione è stato il consigliere Eraldo Merlo che ha mostrato tra l’altro la Frera del 1922 costruita a Tradate, poi la moto di Leonardo Abruzzo che tiene alti i colori del Moto club di Busto Arsizio e tante altre. Accanto, il segretario e factotum Alfio Crespi.