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Busto Arsizio | 26 novembre 2022, 11:38

VIDEO Felice Musazzi, l’uomo che ha portato la corte lombarda a teatro

Alla Famiglia Bustocca è stato presentato il libro “Felice di essere Musazzi”, frase pronunciata anche dalla figlia Sandra: «Sono felice di esserlo. Per me è stato un papà affettuoso, severo e presente». Il ricavato devoluto per una borsa di studio al dipartimento di Beni culturali della Statale e alla scuola elementare di San Lorenzo di Parabiago intitolata all’artista legnanese

VIDEO Felice Musazzi, l’uomo che ha portato la corte lombarda a teatro

Un operaio della Franco Tosi che riesce a fare il tutto esaurito per cinque mesi mentre Vittorio Gassman non ce la fa a tirare nemmeno le tre settimane. È solo uno degli aneddoti che ieri nella sede della Famiglia Bustocca sono stati rispolverati in occasione della presentazione del libro “Felice di essere Musazzi”.

Si è raccontata la storia di semplice operaio della Franco Tosi, che è andato in guerra, è stato fatto prigioniero in Russia, a Kiev in Ucraina e da lì è tornato a casa a piedi. Di un uomo che la passione per il teatro l’aveva nel sangue, di un uomo che durante la prigionia in Russia aveva iniziato a scrivere appunti di quello che sarebbe stato il suo successo: portare su palcoscenico i cortili, le fabbriche, le case, la vita di tutti i giorni, dei “Poveri cristi”. Di un uomo che frequentava l’oratorio e proprio lì avrebbe voluto dare vita a un teatro, ma il parroco aveva posto un divieto: “Uomini e donne insieme non possono fare teatro”. Pronta la risposta di Felice Musazzi: “E se devo fare la Teresa?”. La risposta del parroco avrebbe segnato la vita di Felice Musazzi: “Falla tu la Teresa”. E così è stato. 

Dunque ieri si è parlato di un uomo che si è certamente meritato un libro. Così per commemorare il centenario della nascita, l’anno scorso ad aprile è uscito il testo che parla della vita e delle esperienze teatrali di Felice Musazzi. Ieri c’era anche la figlia Sandra che ha voluto ricordare così papà Felice: «È stato un papà affettuoso, presente e severo. Nel libro la prima parte è dedicata alla sua vita, lui nato da due genitori umili, un tramviere e una donna dedita alla tessitura. Poi la sua Legnano, abitava sulla curva del tram, la passione innata per il teatro, la guerra, la liberazione dopo due anni».

Ma accanto alla figlia ieri c’era il comitato che si è creato per celebrare il centenario, per cui oltre a scrivere il testo si sono organizzate mostre. E per il libro il Comitato ha pensato bene di chiedere consigli nientemeno che al professor Alberto Bentoglio del dipartimento di Beni culturali dell’università Statale di Milano. Tant’è che il ricavato viene destinato a una borsa di studio per uno studente meritevole del dipartimento e alla scuola elementare di San Lorenzo di Parabiago, luogo natio di Felice Musazzi, che al grande attore dialettale ha intitolato l’istituto. Non solo: nella biblioteca del dipartimento c’è una sezione dedicata al Legnanesi. La prefazione del testo è stata scritta dal critico teatrale Maurizio Porro.

Tra i membri del comitato anche Roberto Clerici, suo amico che ha ricordato come sono nati comitato e libro. «Felice era disordinato – ha detto – Non è stato facile raccogliere tutto il materiale. Scoprivamo sempre cose nuove, particolari interessanti. Poi la casa editrice ci ha consigliato di utilizzare materiali ecologici, tant’è che abbiamo ricevuto due premi, uno letterario, l’altro per la qualità». 

Più volte è stato definito come l’artista che è stato capace di trasferire a teatro la corte lombarda. E per onorare i suoi copioni, ieri la Carmela, interpretata da Maurizio Albè, ha recitato.

Ma la Teresa, la Mabilia e il Giovanni non hanno riscosso successo solo nei teatri Lombardi, ma di tutt’Italia, da Roma a Sanremo e giù lungo tutto lo Stivale e gli attori che ai tempi erano giovani, ora dopo più di quarant’anni continuano a calcare il palcoscenico.

Laura Vignati

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