Calcio - 17 ottobre 2022, 08:58

Pro Patria, cinque piccoli segnali in una domenica da cui ripartire

Dalla reazione pur tardiva a un pubblico da brivido arrivando al compleanno di un giovane tigrotto che diventa anche metaforico

Si dice giornata da dimenticare, quando si esce da una gara con zero punti in tasca e una buona dose di recriminazioni: dalla direzione arbitrale fino a se stessi. Invece, quella di Pro Patria-Trento è una domenica da cui prendere appunti per ripartire dopo lo stop in classifica. Cinque piccoli segnali, che interrogano o spronano.

1 Cartellino rosso, e rosso vedono i tigrotti.  C'era da sprofondare, invece proprio con dieci uomini la Pro Patria ha tratto la forza di intensificare ed efficientare la reazione, almeno accorciando le distanze e sfiorando il pareggio. Forse il correttivo dei cambi poteva essere introdotto prima della ripresa e poteva consentire di andare negli spogliatoi all'intervallo con un risultato meno severo. Ma non si vive di ipotesi e l'unico fatto a disposizione è che il carattere c'è: solo, bisogna imparare a non usare solo quello. Come ha giustamente sottolineato Ndrecka, non si può fare affidamento sull'episodio: con la Pro Vercelli era arrivato, con il Trento è stato purtroppo un altro finale. 

2 Gli alibi, per quanto convincenti, un’altra volta. Sì, ma fra direzione di gara e approccio dei trentini... Riversare tutto sugli arbitri sarebbe comprensibile visto il primo errore che ha impresso una - pessima - svolta alla partita e non solo: pensiamo solo ai cartellini usati e ancor più a quelli ignorati. Idem accusare gli avversari per le maniere a dir poco ruvide e per l’ostinazione nel prendersi tempo oltre l’accettabile, considerando la posta in gioco che avevano nella loro fragile posizione in classifica. Ma non aiuterebbe a migliorare, che è l’unica cosa che conta a maggior ragione per una Pro Patria immersa nel progetto giovani.  

3 Un pubblico da brivido. Era nell’aria la sorpresa, il "potenziamento" del pubblico con l’arrivo anche degli alunni dell’istituto Tommaseo e di tanti volti giovani. L’effetto magico c’è stato. Un sorriso a qualche coro ragazzino di sdegno senza giri di parole, quando i trentini restavano inchiodati a terra; applausi a scena aperta per il tifo che ha permesso ai tigrotti di avvertire meno l’inferiorità numerica. È un punto chiave su cui lavorare, quasi al pari della squadra: perché senza il dodicesimo giocatore, anche gli altri rischiano di dare meno. Senza quei 1.012 tifosi forse la Pro sarebbe uscita ancora più abbacchiata dallo Speroni.

4 La classifica sottosopra. Doppio scivolone del Novara, tentenna il Padova, doppia batosta per Feralpisalò. Che girone complesso, davvero. A domare il Trento, c’era la vetta a portata di mano, accidenti. Ma ora si è pur sempre a quota 12 punti. Con sopra 8 squadre (prime a quota 15 Sangiuliano e Renate) e sotto 11. L’operazione salvezza - che resta l'obiettivo, pur senza calpestare il sogno di togliersi soddisfazioni - prosegue, consapevoli di quanto rapidamente lo scenario possa mutare.  

5 La maggiore età. Tra il pubblico ieri, c’era anche Tommaso Olivieri, il Primavera 2004 che aveva già assaggiato la prima squadra e abbiamo avuto il piacere di intervistare settimana scorsa a Stadio Aperto. Tommaso proprio ieri, domenica 16 ottobre, ha compiuto gli anni: e che anni, perché è diventato maggiorenne. L’età della responsabilità che alza l’asticella. Una coincidenza, che ci sembra anche metaforica. La Pro di Vargas finora ha stupito; lo ha fatto anche il ripetuto esperimento di formazioni, complici gli infortuni e le partite ravvicinate, che ha dato frutti come in qualche caso può disorientare. Certo, come in ogni processo di crescita l'identità non sbuca all'improvviso, è un'acquisizione progressiva. Un passo indietro così ricorda anche che, come ha detto il mister, c'è tanto da fare.

Ma. Lu.


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