La sua arte non ha filtri interpretativi. Quello che c’è in realtà c’è sulla tela, ma il bello è che i soggetti dei suoi quadri sono i vip: della politica, dello sport, dello spettacolo. Lui, il ritrattista delle celebrità, noto in tutt’Italia e anche all’estero, dipinge oli su tela di personaggi famosi e, freschi di tempera, li consegna nelle mani dei vip. Lo ha fatto persino con papa Francesco e un mese fa con Giorgia Meloni in piazza Duomo quando la numero uno di Fratelli d’Italia è sbarcata a Milano in campagna elettorale. Lui abita a Busto Arsizio, insegna disegno e storia dell’arte al liceo scientifico Arturo Tosi, è direttore della Galleria “Spazio m’arte” di Brera, dunque le sue giornate le trascorre tra penne rosse, libri, tavolozze e cavalletti.
Alfonso Restivo, classe 1980, è una persona versatile dai mille talenti. È docente da dieci anni - ha insegnato nei licei e all’Itis di Saronno, al Facchinetti di Busto - ma artista da venti. Lui l’arte ce l’ha nel sangue, da quando fin da adolescente si era diplomato al liceo artistico di Catania, laureato all’Accademia di belle arti (2004), fino a esporre in gallerie d’arte, enti pubblici e privati. Apprezzatissima la sua arte, ben recensita da critici del calibro di Giorgio Gregorio Grasso, Nadine Giove e nel 2005 da Philippe Daverio.
Il taglio pittorico
Già la sua arte, l’iperrealismo. Dalla parola fa ben capire a dove vuole approdare la sua tecnica: riporta fedelmente la realtà così come viene avvertita, senza filtri. «Tratto questo stile – spiega – che consiste nel dipingere a olio su tela attraverso delle velature di colore che formano a lavorazione completa delle opere molto simili a foto». Ed è appunto con i quadri-ritratti dei vip che la sua carriera artistica ha spiccato il volo.
A premere sul pedale dell’acceleratore sono stati i dipinti che ritraggono il volto delle celebrità, identici all’originale. Con questi Alfonso Restivo è decollato, divenendo celebre in tutt’Italia. Ha ritratto papa Francesco e gli ha consegnato il quadro, e ha fatto e fa così con tutti i personaggi che dipinge: recupera una foto nitida, disegna, ritrae, dipinge, colora, rintraccia i big e pianta in mano il quadro bell’è e fatto. Ovvia la gratitudine dei vip: ringraziamenti, foto e l’immancabile bacio e abbraccio. Recentissimo il bacio conquistato da Giorgia Meloni, e ancora prima da Diletta Leotta, Barbara D’Urso e la modella internazionale Nina Moric.
Ritratti anche per i campioni dello sport come Marcell Jacobs, medaglia d’oro alle Olimpiadi di Tokyo nei 100 metri, il bomber dell’Inter Lautaro Martinez, il portiere della nazionale Gigio Donnarumma, il campione del mondo Gigi Buffon, il numero 10 della nazionale Lorenzo Insigne, la Scarpa d’oro 2019 della Lazio Ciro Immobile. E nel mondo della politica ha immortalato sulla tela il viso di Matteo Salvini e Giuseppe Conte. «Recupero una foto nitida – spiega – la riporto su tela attraverso il reticolato, una tecnica grafica della proporzione che permette di ottenere le dimensioni reali del personaggio o di qualsiasi oggetto, infine dipingo con la tecnica dell’olio su tela».
Così la sua arte ha varcato i confini nazionali, oltrepassando persino l’oceano e approdando niente meno che a Washington al “Premio eccellenza italiana”, a Lima in Perù e a Dubai, ma per questo va fatto un discorso a parte. Dicevamo ha valicato anche le Alpi, sbarcando a Kiev, alla National Gallery e a San Pietroburgo in Russia, caso vuole esattamente il 15 febbraio di quest’anno due giorni prima della guerra. Poi non ha dimenticato il grande poeta della nostra letteratura: Dante Alighieri. Ha onorato il ricordo del sommo poeta, partecipando con un’opera a una mostra sui cent’anni della morte dell’autore della Divina Commedia. Singolare e tutt’altro che scontato anche il tema del dipinto: «Ho ritratto Dante – racconta – nel momento in cui si trova all’ingresso del paradiso con Giulio Cesare e San Pietro seduto su una roccia pronto ad accoglierli».
La pittura sociale
Dunque Alfonso Restivo ha portato le sue opere in Perù e a Dubai, dicevamo. Ma con un obiettivo ben preciso: esprimere la sua ferma protesta contro il femminicidio e la mafia. E, unico in Italia, lo ha fatto prendendo parte a progetti nazionali sulla commemorazione delle vittime di mafia: ha creato e donato i ritratti delle vittime alle famiglie. Emblematico il quadro di Paolo Borsellino consegnato al figlio Manfredi. E sul femminicidio ha esposto ben dodici quadri a Busto Arsizio, a Palazzo Gilardoni.
Altro aspetto sociale che non va trascurato, l’artista è direttore artistico della Galleria “Spazio m’arte” di Brera e dà una mano ai giovani talenti italiani, che spesso hanno pochi soldi in tasca, permettendo di esporre i loro quadri a costo zero.