Quando qualche giorno fa gli abbiamo chiesto quale fosse una figura a lui gradita come possibile successore di Salvini alla guida della Lega, Francesco Speroni, già ministro ed europarlamentare, aveva fatto il nome di Roberto Calderoli (leggi qui).
Naturale, quindi, che oggi facesse il tifo per il leghista nella “partita” interna al centrodestra per la presidenza del Senato. «Di sicuro – dice Speroni –. Sia perché lo conosco, sia perché è della Lega. Però si sa come vanno le cose: se l’accordo è ai Fratelli il Senato, alla Lega la Camera, o Calderoli si faceva eleggere deputato, oppure…».
Oppure «non ha potuto coronare quella che era una giusta ambizione, considerando le capacità e l’esperienza».
Come noto, infatti, Ignazio La Russa è stato eletto al primo scrutinio nonostante molti senatori di Forza Italia non abbiano partecipato alla votazione. «Lascia un po’ perplessi questa posizione di Forza Italia – afferma Speroni –. Si sbandiera di essere uniti, ma poi l’unità è mancata».
Difficile capire da chi siano arrivati i voti decisivi. «Non lo capiscono quelli che erano lì, figuriamoci io che stavo a casa – afferma il bustocco –. Quando mi ero candidato alla presidenza del Senato, nel ’94, era stato fatto uno “scambio”, Senato a Forza Italia e Camera alla Lega, con la Pivetti. Lì il rischio era quello dei franchi tiratori. Ora invece che un candidato si trovi con i voti mancanti della sua coalizione e con quelli di chi dovrebbe essere l’opposizione è un fatto abbastanza anomalo. La maggioranza sarebbe stata indebolita se il suo candidato non fosse stato eletto, sarebbe stato uno smacco».
Vede comunque la coalizione di centrodestra in difficoltà? «Questo dimostra che qualche crepa c’è. Nel ’94, ad esempio, crepe non ce ne sono state. Avevamo una maggioranza risicata e magari raccogliticcia, però siamo riusciti a eleggere il presidente indicato dalla maggioranza. Ci sono riusciti anche oggi, ma con un aiuto esterno che non si capisce che fini abbia».
Domani i riflettori si spostano sulla Camera, dove dovrebbe essere eletto Lorenzo Fontana (e non Riccardo Molinari). «Conosco bene Fontana, siamo stati insieme cinque anni al Parlamento europeo ed è stato anche ministro. Le capacità le ha».