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Politica | 26 agosto 2022, 12:28

Colombo, Ginelli, Premazzi e l'associazione Eupolis scrivono a Draghi sul caro energia: superate le 200 adesioni. «E' un'emergenza nazionale»

«E' un grido di allarme degli amministratori locali di ogni colore politico e degli imprenditori - spiegano i promotori - preoccupati per la tenuta sociale ed economica del nostro Paese». L'appello promosso dai sindaci di Daverio e Venegono Inferiore e dall'assessore di Jerago, che sta ricevendo firme anche ben oltre i confini della provincia di Varese, entro sera verrà inviato a Palazzo Chigi

Colombo, Ginelli, Premazzi e l'associazione Eupolis scrivono a Draghi sul caro energia: superate le 200 adesioni. «E' un'emergenza nazionale»

Il sindaco di Daverio e imprenditore Marco Colombo, il primo cittadino di Venegono Inferiore e imprenditore Mattia Premazzi, l'assessore del Comune di Jerago con Orago Giorgio Ginelli e l'associazione Eupolis, formata da amministratori locali e imprenditori, hanno promosso una lettera al presidente del Consiglio Mario Draghi sul caro energia.

«Un'emergenza nazionale» la definiscono i promotori dell'appello che ha già superato, i poche ore, le 200 adesioni da parte di sindaci, assessori, consiglieri, imprenditori. Un'iniziativa trasversale non solo a livello politico, visto che stanno firmando amministratori di diversi colori politici, ma anche territoriale poiché adesioni giungono anche da oltre la provincia di Varese. 

Di seguito il testo integrale della lettera che verrà inviata a Palazzo Chigi entro questa sera:

«Alla cortese attenzione di sua Eccellenza Presidente Mario Draghi, 

con questa nostra missiva, Le chiediamo di intervenire immediatamente con tutte le sue competenze e le risorse necessarie, per agire sui costi dell’energia, divenuti oggi insostenibili e che attanagliano le nostre imprese.

Non ci dilunghiamo, sui motivi, sulle cause ne sulle conseguenze, che conosce perfettamente.

La richiesta rappresenta un grido di allarme dai territori del Paese, da parte di imprenditori e amministratori locali, preoccupati dall’impatto economico ma anche sociale che tale squilibrio sta provocando e che potrebbe mettere a rischio anche il sistema di welfare oltre che compromettere la stabilità sociale nella nostra nazione.

L’autonomia del sistema produttivo nazionale è di poche settimane.

Già da oggi non siamo in grado di sopportare costi lievitati, fuori controllo, che costringeranno molte aziende a sospendere le attività produttivo/commerciali.

Questa situazione si sta ripercuotendo anche sui bilanci di tutte quelle piccole amministrazioni che costellano il territorio nazionale, che già a fatica fanno quadrare i propri conti.

Trattandosi di una emergenza nazionale, al pari di una calamità naturale, confidiamo in un Suo immediato intervento». 

M. Fon.

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