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Economia | 13 luglio 2022, 18:17

L'azienda tessile Leggiuno Spa in liquidazione: a rischio 140 posti di lavoro

L'annuncio ieri sera del commissario liquidatore ai dipendenti che oggi pomeriggio si sono riuniti con i sindacati, i quali incontreranno i rappresentanti dell'impresa il prossimo 25 luglio. «Situazione incomprensibile - si sfoga una dipendente - siamo pieni di lavoro e di ordini, non possono trattarci così»

L'esterno della sede della Leggiuno spa in una foto tratta dal sito web dell'azienda

L'esterno della sede della Leggiuno spa in una foto tratta dal sito web dell'azienda

Una doccia gelata quella che ha colpito i 140 dipendenti dell'azienda tessile Leggiuno spa, impresa d'eccellenza del vero made in Italy, con più di 100 anni anni di storia, di proprietà però indiana. 

Nella serata di ieri è arrivata una comunicazione del commissario liquidatore: «Dopo le dimissioni premature del precedente amministratore che hanno bloccato l'attività aziendale - si legge nella lettera indirizzata ai dipendenti - i soci in data 6 luglio 2022 hanno messo in liquidazione la Leggiuno spa».

Il 19 luglio la banca autorizzerà il commissario liquidatore per il pagamento degli stipendi di giugno.

«Vorrei nel frattempo far terminare le lavorazioni di finissaggio di alcuni ordini - prosegue il commissario - tenendo conto delle disponibilità di energia e vorrei far utilizzare anche ferie e permessi a chi non è impegnato in queste lavorazioni. Devono essere anche attivate tutte le protezione aziendali per salvaguardare impianti e attrezzature, semilavorati e prodotti finiti».

Nel pomeriggio di oggi, si è tenuta una riunione tra i dipendenti e i sindacati che incontreranno nella sede di Univa la controparte il prossimo 25 luglio. 

«Situazione incomprensibile - si sfoga una dipendente - l'azienda sta andando bene, c'è molto lavoro e addirittura abbiamo dovuto rifiutare alcuni ordini. Così si mettono in mezzo a una strada 140 lavoratori e le loro famiglie».

La Leggiuno spa aveva conosciuto un periodo di crisi nel 2015 ma poi nel 2018 si era ripresa anche grazie all'opera del precedente amministratore, quello che si è dimesso improvvisamente qualche giorno fa, oltre ovviamente al grande impegno dei dipendenti. 

«Non sappiamo cosa ci aspetti ma non vogliamo mollare - dicono i dipendenti - questa azienda è legata al nostro territorio, è un patrimonio di professionalità che non può essere disperso». 

 

 

Matteo Fontana

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