«Hai vinto la partita della vita perché hai avuto il coraggio di attaccare, di osare. Non sei stato un panchinaro, ma un attaccante. Hai saputo correre nella vita per insegnare agli altri le cose belle. Ora solcherai i campi del cielo. Vincerai la vita eterna, non solo il campionato». Sono state parole ad hoc per Vincenzo Crespi, 82 anni, quelle pronunciate dal parroco dei Santi apostoli don Maurizio Bianchi, nel corso dell’omelia durante le esequie dell’amico.
Il sacerdote ha concelebrato la liturgia funebre insieme al parroco di Sacconago don Claudio Caregnato, ma è voluto essere lui a pronunciare l’omelia: era amico di famiglia, conosceva bene Vincenzo. E le sue parole sono state toccanti, ha utilizzato metafore calcistiche che calzavano a pennello nell’offrire un ritratto a tutto tondo di quello che è stato l’allenatore che ha fatto amare a tante generazioni il calcio prima nel Cas, poi nel Vanzaghello, Busto 81, nell’Antoniana e nella Castellanzese dove era anche direttore sportivo.
«Vincenzo - ha detto don Maurizio - ha saputo essere fiero di lui stesso, dei suoi valori, ha saputo dare il meglio di sé alle persone che gli sono state accanto. Ha insegnato tanto non solo nel campo sportivo, ma anche in quello dell’amicizia, famiglia, dignità, doti sportive. Era una persona vera, che ha saputo mettersi in gioco, aperto al confronto. Ha saputo fermarsi quando le necessità glielo richiedevano e trasformarsi. Insomma un mister che ha saputo invitare a fare il meglio, ha saputo stimolare i suoi giocatori».
In tanti hanno voluto salutare nel pomeriggio nella chiesa di Sacconago l’allenatore e il dirigente sportivo. Toccanti anche le parole della nuora, Ilaria. Che ha voluto sottolineare la generosità, il sorriso. «Abbiamo rivisto il tuo mondo, tondo come un pallone da calcio e come il tuo sorriso: buono, accogliente e gentile».
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