Come ogni anno, amministrazione e delegati sindacali delle Rsu sono chiamati a siglare l’accordo per l’attività di asili nido e scuole materne nel mese di luglio (servizio che le educatrici svolgono su base volontaria, poiché i centri estivi non rientrano nel calendario scolastico).
E come ogni anno, con l’estate alle porte, la discussione tra le parti inizia in salita.
I sindacati chiedono di confermare tali e quali le modalità del servizio dello scorso anno e dicono “no” alla possibilità di ampliarlo fino alla prima settimana di agosto.
«Per evitare di ritrovarci ogni anno in questa situazione, avevamo chiesto di firmare un accordo triennale», spiega Angiolino Liguori (Csa). Così non è stato: le Rsu hanno quindi proposto di replicare quanto avvenuto nel 2021: «Un copia-incolla – dice Liguori – supportato da diversi riscontri tra i genitori, pienamente soddisfatti del servizio. D’altra parte, la professionalità delle maestre non può essere messa in discussione. E allora perché stravolgere tutto alla vigilia di un progetto essenziale per l’utenza? Ricordo che non si tratta di qualcosa di obbligatorio. Ma noi non vogliamo un muro contro muro che non giova a nessuno: sediamoci intorno a un tavolo e troviamo la quadra nell’interesse dell’amministrazione, delle organizzazioni sindacali –che sono legittimate a rappresentare i lavoratori, cosa che spero nessuno metta in discussione – e soprattutto dell’utenza».
La richiesta, dunque, è quella di siglare «a brevissimo» un accordo sul mese di luglio «fotocopia» di quello dello scorso anno. «Subito dopo siamo disponibili a discutere della altre problematiche», aggiunge Liguori, che contesta anche che la possibilità di estendere il servizio ad agosto sia stata "ipotizzata" in un'indagine rivolta ai genitori: «Le coordinatrici si sono ritrovate spiazzate, non sapevano come rispondere alle domande dell’utenza – protesta –. Queste cose vanno concordate con le organizzazioni sindacali».
«Quantità non significa qualità – puntualizza Massimo Gianotti (Uil) –. Non è semplicemente allungando un servizio che lo si migliora».
Servizio che «funziona perché da anni c’è un grande lavoro delle educatrici – insiste Mauro Catella (Cgil) –. E ricordo che possiamo stipulare accordi pluriennali, ma per farlo i servizi educativi devono essere considerati un valore aggiunto».
Insomma, il centro estivo è davvero in dubbio? Liguori non vuole allarmare l’utenza: «Siamo fiduciosi che la nostra proposta venga accolta, perché è di buonsenso. Alzare i toni non serve ma non voglio nemmeno che qualcuno parli di ricatto da parte nostra: cosa dovremmo dire noi che da anni sentiamo ventilare l’ipotesi di esternalizzare il servizio? Troviamo un accordo. Non siamo in un film di Dario Argento, la suspense non giova a nessuno».
Alla conferenza stampa convocata dalle Rsu non ha preso parte la sigla Adl: «Dal nostro punto di vista – precisa Fausto Sartorato – prima di garantire i centri estivi (a cui ricordo che contribuiscono anche cuoche, aiuto cuoche e personale ausiliario) occorre firmare un accordo su tutte le questioni sul tavolo, a partire dal calendario scolastico. Se fosse stato per me, dopo la mancata disponibilità a riproporre tale e quale l’intesa dell’anno scorso, avrei subito optato per un tentativo di conciliazione in prefettura».
Più tardi, anche il sindacato A.L. Cobas non ha escluso la possibilità della «proclamazione dello stato di agitazione, con l’avvio delle procedure di conciliazione in prefettura». Il tutto a seguito di una nuova urgente assemblea con le lavoratrici, di cui in una nota si sottolinea la professionalità, respingendo proposte che vadano a «peggiorare sensibilmente le loro condizioni di lavoro».
«Le lavoratrici non hanno mai concepito né mai concepiranno il servizio da loro erogato quale mero “baby parking” e vogliono poter continuare a garantire l’operato di alto livello che le ha sempre contraddistinte. Qual è l’utilità di cambiare un servizio che funziona ed ha sempre funzionato?», si chiede in una nota il sindacato, sottolineando che «il personale ha espresso chiaramente nell'assemblea del 17 maggio di voler mantenere l'attuale assetto, già frutto di una mediazione di due anni fa e quindi non disponibile a subire ulteriori peggioramenti». Una posizione che l’A.L. Cobas intende mantenere «senza cedimenti».