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Storie | 24 maggio 2022, 21:40

«Mai stanchi di sognare». Il Panathlon club La Malpensa premia Federico Francani

VIDEO. Lo studente al terzo anno di economia della Liuc conquista tutti. La Pallacanestro Varese presente alla Liuc con Toto Bulgheroni e Luis Scola: «Contano testa, corpo e cuore»

«Mai stanchi di sognare». Il Panathlon club La Malpensa premia Federico Francani

«Non dobbiamo mai essere stanchi di sognare». Una bella frase, se poi consideriamo che a pronunciarla è un giovane, acquista ancora più significato. È una delle espressioni vincenti che hanno fatto dello studente al terzo anno di economia della Liuc Federico Francani il vincitore del premio Panathlon Club La Malpensa.

Lo sport alla rovescia

Con un elaborato dal titolo “Lo sport alla rovescia” ha conquistato la giuria e stasera è stato premiato nell’ambito del meeting del club all’auditorium della Liuc.

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Lo studente ha espresso tutta la sua soddisfazione per il premio di 1000 euro ricevuto, in base alla regolarità degli studi, la media dei voti, le esperienze sportive e la qualità del componimento, valori fondanti del Panathlon. 

«Sono sempre stato uno sportivo a livello di testa – racconta Federico a margine della premiazione – e lo sport nella mia vita è stato fondamentale per trovare rapidamente nuovi amici, anche quando mi è capitato di cambiare casa negli anni del liceo. Fare sport di squadra significa parlare una lingua comune, condividere, crescere insieme».

Nel curriculum sportivo di Federico a farla da padrone è il calcio, ma non solo: «Negli ultimi anni ho praticato anche la boxe, un’esperienza che mi è servita moltissimo per lavorare sull’ansia, per rafforzare il mio equilibrio personale. Poi, con l’arrivo alla Liuc da Milano, dove abitavo, ancora una volta lo sport mi ha aiutato ad ambientarmi, questa volta attraverso l’ingresso nella squadra di pallavolo dell’Università. Stessa esperienza anche qui a Vilnius, dove sto praticando calcio e dove mi sto misurando anche con l’arrampicata».

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Nel suo elaborato Federico parla di un mondo dello sport che a volte va all’incontrario, «un mondo simmetrico e paradossale che i fatti di cronaca ci raccontano, una realtà opaca e meschina in cui parole grandi come “sport” - e tutta l’umanità che c’è dietro questa parola - si polverizzano stancamente, svogliatamente, tristemente. E da infinitamente grandi divengono infinitamente piccole».

Nel suo scritto, tante storie di ordinaria ingiustizia in cui le differenze di razza e le disabilità ostacolano potenziali grandi campioni nel loro percorso. Ma c’è anche la speranza che le favole esistano ancora.

«Anche la mia in un certo senso lo è, grazie a questo premio – spiega Federico – io che non sono diventato un grande campione in uno specifico sport ma dallo sport ho ricevuto tanto e ogni giorno provo a ridare agli altri qualcosa».

L'evento Panathlon alla Liuc è stata anche l'occasione per parlare del percorso della laurea triennale in Economia dedicato al Management dello Sport e degli eventi sportivi: «Un'iniziativa - ha ricordato il coordinatore del percorso, il professor Antonio Palmieri - che si caratterizza per alcuni insegnamenti specifici (sul management delle società, degli eventi e degli impianti sportivi, ma anche sulla governance dello sport e sui profili giuridici e gli aspetti contrattuali). Non solo: la modalità didattica è innovativa, con molte testimonianze che permettono ai nostri studenti di confrontarsi con grandi nomi del settore. Tra le tante realtà coinvolte: Coni, Comitato Paralimpico, Federazione Italiana Tennis, FC Inter, Pallacanestro Varese, Atalanta Calcio».

Dal parquet alla scrivania

Tema di questa edizione “Basket & Management. Ovvero, come passare dal parquet alla scrivania”, declinato negli interventi di due speaker d’eccezione, ossia Luis Scola (ex cestista e oggi ad di Pallacanestro Varese) e Antonio Toto Bulgheroni (membro del Cda di Liuc e Pallacanestro Varese nonché Hall of Famer del basket). 

Bulgheroni ha parlato del suo curriculum sportivo, a partire da quando era piccolo: «Ho iniziato con il nuoto, poi lo sci e quando sono stato chiamato nella nazionale, ho dovuto rinunciare per gli studi classici. Poi la pallacanestro: sono stato il giocatore più giovane in panchina con il Varese: avevo 16 anni. Nello sport sono importanti la passione, la voglia, la grinta, l’intelligenza. Poi a 27 anni, la mia vita è cambiata: ho diretto l’azienda di mio padre e sono nati i miei due figli».

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Sulla stessa lunghezza d’onda Luis Scola. «Tre cose sono fondamentali nella pallacanestro: testa, corpo e cuore. Quando si gioca a pallacanestro, tutto è molto veloce e questi ritmi li ho trasferiti in azienda, dove non c’è la velocità presente nello sport».

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Ad aprire la serata il presidente Liuc Riccardo Comerio che ha ricordato come il fattore occupazionale faccia della Liuc un’università d’eccezione. «Evidenziamo il 100 per cento di occupazione da sei mesi dalla laurea magistrale». Erano presenti anche il sindaco di Castellanza Mirella Cerini, il presidente Panathlon Giovanni Castiglioni, l’assessore alla sport Maurizio Artusa e la presidente del consiglio comunale di Busto Arsizio Laura Rogora.

Laura Vignati

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