«Manca poco dai, teniamo duro». È un ragazzo diretto, spontaneo, Luca Pizzul. Un giovane che ha appena compiuto 23 anni, che si è dovuto anche fermare per un infortunio e che qui a Busto con la Pro Patria sente di essere cresciuto, «sotto il profilo della personalità... ho maggiore consapevolezza dei miei mezzi».
A Stadio Aperto il tigrotto - studente in Economia - guarda all'ultima partita alle spalle, un pareggio importante, contro una squadra importante per lui: la Triestina. Con i tifosi gemellati, per cui sabato scorso c'è stato uno spettacolo nello spettacolo allo Speroni, anzi fuori.
«Un buon pareggio, venivamo e veniamo da un buon momento - dice - L'importante è andare sempre in campo per vincere, penso si sia visto». Secondo Pizzul, dopo un anno in gran parte travagliato, ora si è ritrovata la quadra con serenità ed entusiasmo. Come? Lavorando, mantra di mister Sala con il suo "vice" Le Noci.
Sì, è diretto, Luca perché cita come la vittoria finora più bella quella a Seregno: «Perché c'ero anch'io», sorride. E poi quel pubblico compatto con i giocatori...
Luca ai tifosi risponde sul gol sognato: «Ci spero dal primo giorno in cui sono arrivato...». Assicura che «contro la FeralpiSalò arriveremo con la testa giusta» e assicura che quest'anno il gruppo si sente anche di più. Mancano solo tre partite, di cui una in casa. Manca poco dai, e tutto daranno i ragazzi.
Rivelazione. Una volta sola ha gufato contro i suoi compagni: durante la visita dai bambini ucraini, ospiti a San Giuseppe, quando è divampata la partita di calcio balilla. Ma in quel caso non si poteva che tifare per campioni, anzi campionesse - visto che si trattava di ragazze - assolute in fuga dalla guerra.
GUARDA LA PUNTATA