Sono tante le saracinesche abbassate a Sacconago e purtroppo di negozi vecchissimi e inagibili, quelle che resistono sono dei negozi storici. Le due piazze del paese, della Chiesa vecchia e Carlo Noè potrebbero essere un centro commerciale a cielo aperto, le potenzialità ci sono, ma la realtà è ben diversa.
Quello che lamentano i commercianti del rione sono le saracinesche abbassate appunto e solo in centro se ne contano una decina. Sarebbe auspicabile che i possibili acquirenti abbiano degli sgravi per poterli ristrutturare e affittare. Così il cuore di Sacconago tornerebbe a pulsare come un tempo, quando nella vicina via Marelli si trovavano il panettiere, l’orefice, il giornalaio e calzolaio e in piazza della Chiesa vecchia dove c'è la sede della Famiglia sinaghina, la cooperativa o la macelleria.
Quelli che riescono a vivacizzare un po’ il paese sono i negozi storici, che hanno ottenuto questa “patente” dalla Regione perché obbediscono a determinati criteri, primo tra tutti, l’avere l’unico proprietario per tanti lustri. Così si fregiano di questo titolo due negozi di via Tazzoli, uno d’abbigliamento l’altro l’orefice, la pizzeria di via Padre Reginaldo Giuliani, il negozio che vende accessori per la casa di via Magenta, la tabaccheria e il fiorista di piazza Carlo Noè. Molti hanno chiuso anche perché il proprietario ha raggiunto l’età pensionabile e i figli non se la sentono di ereditare l’attività.
«D’altra parte se non c’è decoro urbano la gente non è invogliata ad aprire – commenta il presidente dei commercianti di Sacconago Paolo Crespi – Sono convinto comunque che se i negozianti si mettono al passo con i tempi, i risultati li portano a casa». Ne è convinto anche Stefano Moretti, segretario dell’associazione: «È importante restare aggiornati, avere passione, migliorare sempre. Io credo che le piazze del centro paese potrebbero diventare un centro commerciale a cielo aperto, se pensiamo che sul lato di via Marelli si susseguono ben cinque negozi che però sono talmente fatiscenti e inagibili che scoraggiano i possibili futuri proprietari. L’interesse ad aprire in centro c’è. La via Magenta è una strada di passaggio, priva talvolta di parcheggi».
Gli fa eco Elena Carnaghi: «È da anni che combattiamo con il Comune per sistemare questi negozi e case lasciate in abbandono. Noi siamo in grado di resistere grazie al fatto che riusciamo a fidelizzare i clienti, assecondarli, accontentare le loro esigenze, teniamo sempre presente che alla base di tutto c’è la cortesia e c’è il rispetto reciproco». È d’accordo pure Paolo Genoni, tesoriere dell’associazione: «Ritengo importante offrire un servizio adeguato alla gente, se si presenta un problema, ci attiviamo per risolverlo, siamo sempre presenti anche nel servizio post-vendita. Poi noi abbiamo anche alcune marche blasonate che solo tre negozi nella provincia di Varese vantano. Ci tengo a sottolineare due aspetti: primo, noi siamo fieri che la Regione Lombardia ci abbia assegnato il titolo di “negozi storici”. È un patrimonio che vogliamo difendere. A differenza di altri rioni a Sacconago c’è uno zoccolo duro di negozi storici e ne siamo orgogliosi, ripeto. Noi, poi, non ci sentiamo separatisti, piuttosto ci sentiamo sempre appoggiati pienamente da Ascom e dall’amministrazione comunale: cercano di soddisfare le nostre richieste e se esiste una problematica, intervengono. Insomma ci sentiamo sempre ascoltati».
Iniziative future organizzate dall’associazione commercianti? «Le idee sono tante – conclude Paolo Crespi - Ci auguriamo di riuscire a ripartire dopo questo periodo di ristrettezze. Ad esempio, a settembre vorremmo riproporre “Sacconago in piazza”, una bella iniziativa che raduna tanta gente. I sinaghini hanno voglia di confrontarsi, dialogare, ritrovarsi. Speriamo dopo due anni di stop forzato di riuscire a riproporre a fine estate una nuova edizione».