Nove giornate alla fine e un alleato fondamentale per mettere a segno: la conoscenza. È quella che ha Massimo Sala della Pro Patria: di quella allenata da Javorcic («Per me un'università, una palestra in cui mi sono formato») e poi da Prina («che mi ha insegnato molto, ad esempio nei rapporti e in un'altra esperienza di calcio).
Un'arma importante contro il fattore tempo. Uno dei requisiti chiave di Sala, che peraltro è un elemento vitale anche nello scouting, nel progetto insomma che ha portato la società biancoblù a intercettare talenti e a farli crescere (con il caso clou di Gatti).
Alla presentazione del nuovo mister e di Giuseppe Le Noci - che lo coadiuverà - il direttore tecnico Sandro Turotti ha ribadito: l'allenatore paga, ma tutti in realtà lo fanno. E tutti devono assumersi la responsabilità. Turotti ha ringraziato Luca Prina e il preparatore Stefano Bortolan.
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Perché la scelta di Sala? «Perché è una persona che da 4 anni lavora con noi e conosce di più questa squadra, mi ha anche aiutato nella costruzione. Così Le Noci, piacevole sorpresa anche dopo la carriera di calciatore».
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Sala dal canto suo, per prima cosa ringrazia Prina e sottolinea: «È un onore. Ho fatto per 4 anni da secondo con umiltà e con orgoglio».
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Umiltà, una caratteristica citata da Sala e condivisa con Le Noci: «Cercherò come ho sempre fatto di lavorare. Sono grato dell'opportunità e darò una mano».
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Queste le prime parole.
Le riflessioni
Poi le ulteriori riflessioni, a partire da una parola già risuonata con Sala settimana scorsa: «Coraggio? Sì, tocca tanti aspetti di una partita. Che dobbiamo portare a casa fino al '95'». Qualcosa deve cambiare e Sala sottolinea che per quanto abbia imparato tanto da Javorcic e poi Prina, «io non sono né Ivan né Luca, porto i miei valori mentali, umani sul campo. Ho la fortuna poi di avere Le Noci, gli dissi, quando decise di smettere che aveva potenziale e doveva sfruttarlo».
ll potenziale, Sala è stato capace di scorgerlo in diversi giocatori, proprio nell'attività comune con Turotti: «Gatti? È stato facilissimo, adesso tutti rivendicano la paternità, ma bisognava andare a prenderlo. Sì, mi auguro che tra i ragazzi ce ne sia un altro».
Ma adesso bisogna pensare alle giornate conclusive del campionato. Coraggio e mente lucida, invoca Sala. Concentrarsi. Scendere in campo, tutti con quella responsabilità che non dev'essere un peso, ma uno stimolo. Che deve manifestarsi in un'altra parola chiave pronunciata oggi: continuità. Per 90 minuti e più, per tutte le partite (non l'altalena a cui si è assistito in questa stagione, tranne rari periodi).
Non ci sono formule magiche, se non quella che ripete al suo fianco Le Noci, lavorare: Beppe lo dice per sé e il suo esempio parla anche ai ragazzi..