«Massimiliano ci ha aspettato, per salutarci. Era una persona straordinaria, umile, affidabile, con una grande passione educativa». La commozione e la gratitudine vibrano nelle parole di don Davide Verderio e degli amici di Massimiliano Di Lascio, scomparso oggi a 30 anni a Busto Arsizio. Gli "amici di Dio", come si chiamavano, come si chiamano: tanto che è anche il nome della chat che riunisce questi ragazzi cresciuti insieme all'oratorio di Beata Giuliana, a Busto Arsizio.
Un capitano in umiltà
Massimiliano era il riferimento, in tutto. Si distingueva tra i ragazzi per la sua disponibilità e l'attenzione agli altri, senza farsi notare. Capitano della squadra di calcio e in fondo di quel gruppo di amici dove nessuno peraltro vuole indossare la fascia, perché si è tutti uniti, tutti l'uno per l'altro. E anche quando la vita porta in altri luoghi, non ci separa mai: si resta in contatto e quando uno chiama, anche in modo silenzioso, gli altri si precipitano Come questa volta.
Sarà don Davide, che è stato il coadiutore per tanti anni a Beata Giuliana e ora è parroco a Mediglia, a celebrare il funerale di Massimiliano, giovedì 3 marzo alle 11 nella chiesa parrocchiale del rione bustese. Prima, verrà recitato il Rosario.
Il giovane - con il suo sorriso meraviglioso, le sue parole che non avrebbe mai definito lezioni ma ne possiedono la forza - ha amato fino all'ultimo la vita e la sua bella famiglia, i suoi amici, coloro che hanno avuto la benedizione di incontrarlo.
«Siamo riusciti a salutarci settimana scorsa- spiega il sacerdote - Sì, ci ha aspettato. Avevamo trascorso 17 anni insieme... Lui era stato anche il capitano del Beata Giuliana Calcio, aveva la maglietta numero 5. Era anche direttore dell'oratorio, una persona straordinaria. Si era laureato a pieni voti, ma aveva una grande umiltà. E ci ha lasciato un grande insegnamento».
Anche in quell'ultimo incontro con don Davide e uno degli "Amici di Dio", che non vuole essere citato proprio perché parla per tutti, ha affidato parole di fede e coraggio: «Ci conosciamo, da quando avevamo 5 anni... La vita dev'essere vissuta fino all'ultimo e non bisogna mai essere mediocri, diceva. Ma lui non l'ha solo detto... l'ha fatto. Un esempio di vita, non solo per i più piccoli ma per i coetanei».
Sia don Davide sia l'amico ricordano tutti quei momenti speciali condivisi: «Usava spesso la frase di papa Giovanni Paolo II, prendete in mano la vostra vita e fatene un capolavoro... Quanti campi insieme, estivi e invernali. Nelle giornate mondiali, era lui a trascinare il gruppo».
Nell'anno di don Isidoro
Massimiliano era nato il 28 settembre 1991. Un anno che a Busto coincide con il sacrificio di don Isidoro Meschi.
Durante l'omelia don Davide ricorderà dei passaggi dell'omelia dell'arcivescovo Mario Delpini proprio in occasione della scomparsa di don Lolo: è lì che si parlava degli "amici di Dio". Si era realizzato un libretto con queste parole, che ora torneranno a risuonare per lui.
Vivono tra di noi, gli amici di Dio, osservava allora Delpini.
Non interessava brillare, a Massimiliano, non si metteva mai davanti: gli altri lo chiamavano, perché lui sapeva trasmettere qualcosa di irrinunciabile. Qualcosa che l'ha reso unico e che gli ha permesso anche di chiamare gli amici per un arrivederci - perché si tratta di questo, per chi ha fede - e affidare loro ancora una volta il messaggio della sua vita.
E anche se ora è difficile trattenere le lacrime, si fa strada un sorriso grato: perché tutti sanno di poter contare su quell'Amico da sempre e per sempre.