Basilica di San Giovanni gremita lunedì pomeriggio per l’ultimo saluto a Stefano Baldoni, il 56enne bustocco scomparso una settimana fa a causa del fumo di un incendio divampato nella sua abitazione a Fermo, nelle Marche, dove viveva da tempo.
Vicino al feretro, un ritratto di Stefano con il suo sorriso luminoso. «Oggi siamo in tanti. Tanti legami di affetto, tutti intensamente umani», ha detto monsignor Severino Pagani durante l’omelia del funerale, soffermandosi sulle tre esperienze che chi ha amato Stefano sta vivendo in questi momenti.
«Il turbamento», innanzitutto. «È difficile decifrare, descrivere quello che si prova. Ma Gesù ci dice “non sia turbato il vostro cuore, perché io ho preparato un posto per ciascuno di voi”. Il Signore non abbandona mai nessuno».
Quindi la «memoria, capace di riconoscenza per quello che abbiamo ricevuto da lui. La memoria lenisce un po’ il vuoto per questa partenza».
Infine la fede: «L’esercizio più difficile – ha osservato il prevosto –. Forse oggi da Stefano abbiamo ricevuto l’ultimo regalo che poteva fare: un momento di silenzio e di riflessione sulla profondità del senso della vita e della fede in Gesù».