Carnevale, per antonomasia è la festa della baldoria, delle maschere, del "tutto lecito", forse della goliardia spropositata che (da sempre) lascia uno strascico di ripensamenti. Tuttavia, Carnevale è il figlio dello "scherzo che vale" o di altri palliativi che hanno sempre un fondo meditativo.
Vediamo questo "sfondo". Nella Tradizione Bustocca si dice "Natal al su, Carnevàl al foegu" (Natale al sole, nel senso di tepore, bel tempo; Carnevale al fuoco, cioè freddo). Gli attenti al "meteo" sanno che da questo detto, non si scappa. E' così da anni, a memoria d'uomo.
Per dire che se a Natale si è goduto di una temperatura mite, a Carnevale si deve "soccombere" a una temperatura fredda. A parlare di Primavera è presto. La primula che offre colore non è segno di bella stagione. Sono un figlio di gente che conosceva le Quattro Stagioni....Primavera, Estate, Autunno, Inverno. Quanto mai, la successione delle Stagioni, negli ultimi 50 anni, si è ripetuta?
Penso pochissime volte, visto che da troppo tempo (sfogliando vecchie pagine di cronaca) si è avuto una successione constatata del susseguirsi delle Stagioni. Quindi, siamo in Inverno, non si scappa. E questo Carnevale "al fuoco" nel senso di Carnevale al freddo è la normale situazione del decorso del tempo. Ne parleremo ad Aprile, quando arriverà la Primavera con le viole mammole e la parvenza di tempo bello, quanto meno ....piovoso, ma non troppo. Ora, Gennaio-Febbraio-Marzo, godiamoci l'inverno senza troppi preamboli.
Riprendiamo col Carnevale. Le situazioni attuali sono molto differenti, rispetto a quelle del passato. E' innegabile che il benessere e le mode, si sono evoluti e oggi si fa a gara ad avere costumi di ogni specie, da esibire. Non parlo del Carnevale di Venezia, dove "lusso e sfarzo" si sbizzarriscono. La TV manifesta il tutto ed è impeccabile osservare costumi ....impeccabili di "Siora e Sior" che vanno a scovare costumi di un'epoca antica sviluppata da una Società godereccia e molto ....lasciva.
Il "mio" Carnevale, vedeva i bimbi truccati più o meno, nell'identico costume: Cow Boy i maschi e Damine, le ragazze. Tutti, con in mano la trombetta per fare chiasso, coriandoli e stelle filanti da buttare addosso ai compagni di scuola e visione completa dei carri allegorici che spaziavano nel centro cittadino, con la banda musicale appresso e la Polizia Locale a tutelare i passanti.
C'erano in giro i venditori di caldarroste, insieme ai venditori di maschere e quanto necessario per alimentare la fantasia...comprese le bombolette spray che a tutti apparivano odiose, ma che tutti avevano in mano per ....rispondere all'offesa (si fa per dire). Fino ad avere (allora) una Rivista dal nome roboante "Che Baraonda" ideata dagli Universitari, poi appannaggio dell'ASCOM (Associazione Commercianti) sino alla chiusura della pubblicazione. Per tenere fede alla Tradizione, fu proprio la GMC Editore, proprietaria della Rivista l'Inform@zione che "inventò" il Numero Unico dal titolo "l'InforNazione" distribuito gratuitamente a TUTTE le famiglie residenti in Busto Arsizio e nei Comuni del Medio Olona, in 60.000 copie, con la copertura dei costi, dagli Sponsor che hanno sorretto la nostra iniziativa Editoriale.
Ci fu la Famiglia Sinaghina, allora capeggiata da Giovanni Sacconago che valorizzò il Carnevale Bustocco e che diede alla "piazza" quel folklore importante che fece "esportare" la nostra Festa in una Festa arrivata sino a ....Malta. Gli unici "scontenti" di allora, erano i cosiddetti ....spazzini (ora si dice Operatori Ecologici) che avevano tonnellate di "allegria" da raccogliere per non lasciare il sudiciume in giro. Si dice tuttora "a Carnevale ogni scherzo vale", si, ma ....senza specificare se è uno "scherzo da prete" o uno "scherzo da seminarista". Ridiamoci su, suvvia!