Busto Arsizio - 25 febbraio 2022, 07:05

Carnevale senza carri a Busto, Maffioli: «Linea prudenziale condivisa con le associazioni»

La vicesindaco e assessore all’Identità spiega: «Ci siamo incontrati due volte e abbiamo preso unanimemente quella che sapevamo avrebbe potuto rivelarsi una decisione rigida». Anche perché «non sapevamo come si sarebbe evoluta la situazione sanitaria. Le associazioni rischiavano di perdere tempo, energie e denaro»

Sarà ancora un Carnevale senza carri a Busto Arsizio. Domenica, a mezzogiorno, il sindaco Emanuele Antonelli e la giunta consegneranno le chiavi della città alle maschere bustocche in piazza Santa Maria.
Ma, come detto, niente sfilata dei carri per le vie del centro (leggi qui).

«È stata una scelta condivisa – spiega la vicesindaco e assessore Manuela Maffioli –. Dal sindaco, come responsabile della salute e pubblica e ovviamente come rappresentante dell’amministrazione; da me, per quanto mi compete per la delega all’Identità; ma anche dalle associazioni, dalla Famiglia Sinaghina, che è la tenutaria principale dell’organizzazione, fino a tutte le altre».

La scelta è stata presa dopo un’attenta riflessione: «Ci siamo trovati due volte – racconta Maffioli –  e nella seconda occasione abbiamo preso in considerazione questa ipotesi senza che nessuno eccepisse rispetto a quella avevamo intuito avrebbe potuto rivelarsi una decisione rigida, ma che abbiamo preferito prendere sposando una linea più prudenziale».

Anche perché «per prepararsi per il Carnevale le associazioni devono comprare i materiali e dedicare ore di lavoro. Ci sono anche dei costi per il ripristino dei carri».
E la decisione è stata presa nell’incognita di quella che sarebbe accaduto sul fronte pandemico nelle settimane successive: «Le associazioni – fa notare la vicesindaco – correvano il rischio di non provare solo la delusione di rinunciare a un momento che tutti avvertiamo come importante dal punto di vista comunitario, ma anche di perdere denaro, tempo ed energie».

Nella vicina Olgiate Olona i carri torneranno a sfilare (leggi qui). «Bisognerebbe guardare a quante città non faranno la sfilata – afferma Maffioli –. Noi non siamo né Viareggio né Venezia e, nell’interesse comune, abbiamo preso questa decisione nella seconda metà di gennaio, in un momento in cui la situazione era fortemente critica. Non avevamo la certezza che la situazione sarebbe evoluta positivamente, quindi abbiamo sposato una linea prudenziale, confortati dal supporto delle associazioni. È stata davvero una decisione unanime».

Redazione