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Storie | 17 febbraio 2022, 08:25

Oggi è la Festa del gatto: da protagonista nell'arte fino a star dei social, è sempre più un mondo a quattro zampe

Animale impenetrabile, misterioso ed elegante da sempre ispira scrittori, artisti e intellettuali, ma popola anche internet e la vita quotidiana di tantissime persone: dal 1990 la data del 17 febbraio gli rende omaggio

Oggi è la Festa del gatto: da protagonista nell'arte fino a star dei social, è sempre più un mondo a quattro zampe

«Mi pare del tutto evidente che i gatti, intesi come felini da studiare in laboratori di naturalisti, non esistono. I gatti non sono gatti. Sono miniaturizzate figure mitologiche che entrano nelle nostre case. Chi ha gatti cade in una forma di gattodipendenza che non conosce disintossicazione. L’uomo avverte la qualità mitica del gatto, e a questa oscuramente si rivolge, e ubbidisce alla qualità nobile, araldica di quell’essere dai grandi occhi e senza sorriso». 

Parole di Giorgio Manganelli, uno dei molti scrittori e intellettuali caduti ai piedi del gatto, animale impenetrabile e misterioso, oggi diventato iconico, presente con la sua sagoma su infiniti oggetti, dalle tazzine alle magliette, dalle penne ai vasi, dalle borse alle carte regalo. 

Giovedì 17 febbraio cade la Festa del Gatto, una ricorrenza quasi scaramantica, nata nel 1990 da un’idea di Claudia Angeletti che lanciò un referendum nella rivista “Tuttogatto” per stabilire il giorno più adatto da dedicare al felino. Febbraio era noto come mese delle streghe e dei gatti, il 17 considerato portatore di sventura, ma dai gattofili è stato trasformato in 1 vita per 7 volte, tante quali si dice siano le esistenze di un gatto. 

Fatto sta che i gatti dominano anche nei social network, dove fanno strage di “like” le fotografie dei beniamini di casa, spesso sorpresi in posizioni da yogi o addormentati nei luoghi più incredibili (e naturalmente dentro scatole di cartone di ogni foggia). Si moltiplicano volontari e associazioni che propongono adozioni di gatti anche a grande distanza, tramite reti di “portatori” in grado di trasferire il micio da Palermo e Bolzano senza problema. 

Uno tra i siti più simpatici di Facebook è “C’era una volta una gatta”, che accoglie le fotografie degli iscritti e dispensa saggezza felina, poi “Gattivissimi”, un gruppo privato che conta la bellezza di 130mila membri, e anche su un consulente felino per i più svariati consigli. Un altro gruppo interessante e ironico è “Gattissimi”, attivo anche su Instagram e seguito da oltre un milione di persone, a testimonianza di quanto il brand gatto “tiri” e sia di moda. Su Youtube spopola Hummel, il gattone Scottish Fold grigio di Paola, alias Clara Schumann, straordinaria influencer culturale, che disserta di libri e dischi rari ma non dimentica i consigli per gli acquisti, seguita come un’ombra dal micio che con un colpo di zampa segnala le sue preferenze.

Ma l’asso dei ritrattisti di gatti è Francesco Sabetti, un impiegato della Telecom con il dono straordinario del disegno. Se volete commissionargli un ritratto del vostro amico di pelo lo trovate su Facebook, i suoi dipinti a pastello sono “parlanti” e gli occhi dei gatti resi con tecnica straordinaria. Un illustratore che conosce bene la psicologia gattesca è il nostro Franco Matticchio, che pur non avendo mai avuto un gatto in casa popola di mici le sue illustrazioni, sempre ironiche e dissacranti.

Tra i grandi disegnatori di gatti dell’Ottocento spicca invece lo svizzero Théophile Alexandre Steinlen, celeberrimo per la locandina del leggendario locale “Chat Noir” di Rodolphe Salis della Parigi Belle époque, e per quella del latte Quillot, in cui una bimba ne beve una scodella mentre tre micioni cercano di saltarle in grembo per dare una leccatina. 

Se volete dedicarvi alla lettura di un libro che descrive a fondo la psicologia gattesca, non potete perdere “L’imperturbabile placidità del gatto. Imparare la tranquillità dai nostri amici felini” scritto da Véronique Aïache e pubblicato in Italia da Giunti. Non va dimenticato poi Gianni Rodari, buono per tutte le stagioni, con i suoi innumerevoli scritti sui mici, dalle poesie al “Giornale dei gatti” con i piccoli annunci: «Cercasi casa comoda/ con poltrone fuori moda:/ non si accettano bambini/ perché tirano la coda». Oppure: «Cerco vecchia signora/ a scopo compagnia/ Precisare referenze/ e conto in macelleria». 

Un altro umorista gattofilo è stato Giovanni Gandini, fondatore di “Linus” assieme a Oreste Del Buono, di cui riportiamo uno scambio di lettere tra due amici mici: «Caro Gildo, dirai che sono superstiziosa, ma quando una macchina nera mi attraversa la strada mi innervosisco. Cosa posso fare? Con amore, tua Elsa». Risposta: «Elsa carissima, ogni superstizione è sciocca. Se un’automobile o un uomo di colore ti attraversano la strada tu fai altrettanto. Oppure pensa che porta male solo se l’automobile va da destra a sinistra (se andava da sinistra a destra) e viceversa. Ci vediamo questa notte sul muretto. Ciao, Gildo».

Ai gattofili bibliofili consigliamo invece lo splendido “Les chats” di Champfleury, pubblicato a Parigi nel 1869, vera e propria miniera di notizie, con citazioni di celebri amanti dei gatti, come Maometto, Richelieu o Chateaubriand, poeti e scrittori, pittori come Delacroix, capitoli sul linguaggio felino, sugli amori, e un dibattito che vorrebbe chiarire se il gatto sia o no un animale domestico.

Ma i racconti felini più veri e toccanti sono quelli narrati dal veterinario inglese James Herriot, un caso editoriale degli anni ’80 con diversi best seller ambientati nello Yorkshire e una serie televisiva passata anche in Italia. Nei remainder o su ebay si trova ancora il suo “Storie di gatti” pubblicato da Rizzoli con le splendide illustrazioni di Lesley Holmes, un libro che non può mancare a chi è gattodipendente. 

Terminiamo con due massime di Federico Roncoroni, gattofilo e scrittore: «Quanto più un gatto è degno d’affetto, tanto meno lo reclama» e «Nessuno nasce artista: solo il gatto nasce gatto».

Mario Chiodetti

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