I tigrotti si dividono le maglie, rosse e blu, per le due squadre della "partitella".
«Daniele, per chi tifi?». «Per tutti!».
Detto in altro modo, per la Pro Patria che è sempre e soltanto una: se ne ricordassero tutti, non sarebbe male. Daniele De Grandis, che merita a furor popolo l'appellativo di primo tifoso biancoblù, oggi è andato a seguire gli allenamenti della sua squadra, accanto a mamma Bea. L'attenzione elevata, come se ci fosse in corso una partita vera. A ogni tigrotto che arriva nel campo dell'allenamento, emette un grido: Daniele li identifica prima ancora che siano visibili agli occhi dei più. Riconosce un particolare, anche da lontano, che lo fa urla a gran voce quasi tutti, in ordine.
Elia, come stai?
Bene, grazie!
Sean! Lorenzo! Leo... Daniele li scandisce, a colpo sicuro, ma il primo che intercetta è uno che non scenderà in campo domenica contro la Virtus Verona: Le Noci, da questa stagione nello staff. «Beppe!». Lui ricambia. I ragazzi si sentono chiamati, c'è chi saluta, chi sorride. Bisogna essere concentrati, è una partita importante e mister Prina non è con loro a causa della positività: fa le le sue veci Sala, veglia Turotti.
Daniele non si perde un'azione, uno sguardo e si tiene stretta la sciarpa del Pro Patria club: vuole assorbire tutto, perché lui dà molto di più. Intanto si sbircia cosa succede a Verona: la Virtus era sotto con il Südtirol, poi l'ha riagganciato. Uno a uno, meglio così ci diciamo: sconfitta per l'ennesima volta, domenica ci avrebbe accolti ancora più incavolata, vittoriosa contro gli altoatesini di Javorcic si sarebbe sentita galvanizzata. Poi scuotiamo la testa: che importa cosa fanno i futuri avversari.
Siamo solo noi. Siamo soli, viene da precisare riflettendo sulle vicende societarie. Anzi, no finché c'è un tifoso come Daniele.